Preghiera per la Chiesa. Meditazione di don Marco Gnavi sul Vangelo di Matteo (Mt 11, 20-26)
14 Июль 2022 | продолжительность: 27:01
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Quante volte la parola di Dio ha posto il popolo e ciascuno dei credenti di fronte all'alternativa fra la benedizione e la maledizione, fra la vita e la morte. Così il Deuteronomio dice nel capitolo trentesimo “Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza. Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione”. E c'è un filo rosso che attraversa tutte le scritture, ritroviamo la stessa possibile opzione nel profeta Geremia al capitolo ventunesimo e nel Siracide. Ma questa opzione fra la vita e la morte, si incontra anche nella persona e nella parola vivente che è Gesù. In questo capitolo undicesimo del Vangelo di Matteo, egli polemizza con quelle città della Galilea che hanno ricevuto in abbondanza segni e prodigi: Corazin, Betsaida e con lei anche la grande città di Cafarnao. E pronuncia un oracolo di maledizione su quelle città. Il loro destino sarà peggiore di quello di Sodoma e saranno trattate meglio città pagane come tiro e Sidone; ma noi sappiamo che i profeti, quando inveivano e delineavano i guai, volevano identificare il male e non colpire chi lo faceva volevano avvisare. E allora dov'è nei brani che abbiamo ascoltato la benedizione? Viene subito dopo dalle parole di Gesù che rende lode al Padre per i piccoli. I piccoli nel linguaggio evangelico sono i fragili, i fratelli più poveri e sono anche allo stesso tempo i piccoli che credono. E proprio da Betsaida e da Cafarnao, Gesù ha tratto discepoli e quindi la maledizione viene in certo modo controbilanciata da un bene più grande, che non ha l'aspetto di un prodigio, di un segno potente, ma il volto di uomini come Simone, Andrea suo fratello, Filippo, che venivano da Betsaida e da Cafarnao Gesù ha suscitato altri.
0:00 Preghiera con la Comunità di Sant'Egidio
9:13 Lettura del Vangelo di Matteo (Mt 11, 20-26)
11:28 Commento sul Vangelo di Matteo (Mt 11, 20-26)
Dal Vangelo di Matteo
(Mt 11, 20-26)
Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: "Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!".
In quel tempo Gesù disse: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
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