Il nuovo cohousing solidale per gli anziani di Genova

Inaugurata dall'arcivescovo mons. Marco Tasca

La casa si chiama "Convivenza solidale Roberto Bianchi–Sant’Egidio". È stata inaugurata venerdì scorso in corso Podestà: ultimo esempio dell’esperienza che la Comunità di Sant’Egidio propone a chi, anziano ma autosufficiente, non vuole proseguire la propria vita in un istituto. In questo appartamento signorile, con l’orto sul terrazzo e le ortensie, i centrini fatti a mano e il quadretto di Santa Rita sulla mensola accanto alla cucina, convivono sei persone anziane. Tutte donne: la più giovane ha 76 anni, le più longeve più di 90. Attualmente, per gli anziani, in città esistono tre cohousing: accanto a questa di Carignano, un altro appartamento sempre in centro e un altro a Sampierdarena.

L’arcivescovo di Genova Marco Tasca parla con gli anziani, prega, benedice la nuova casa. E riflette: «O stiamo assieme o nessuno, da solo, sarà in grado di farcela da solo. Il messaggio più forte che viene da questa casa è proprio questo: è il prendersi cura dei più fragili, dei più deboli. E farlo assieme. Inventare nuove forme di solidarietà è uno strumento che abbiamo per uscire da questa situazione della pandemia che sentiamo ancora pesante, che ci ha segnato e che, con fatica, stiamo cercando di rielaborare».

Una soluzione, quella della convivenza solidale, che «dà una risposta alle domande degli anziani - sottolinea Andrea Chiappori - perché anche soprattutto in questi tempi di pandemia ci siamo resi conto di quanto siano stati poco rispettati i diritti dei più deboli». Un messaggio video con l’importanza del «salvarsi assieme», che riprende le parole di Papa Francesco, arriva da Marco Impagliazzo. Un’esperienza che, come sottolinea l’assessore Matteo Campora, ha un valore di assoluta importanza: «In una città come la nostra, con anziani e case sfitte, è un modello da sostenere e, per quanto possibile, da replicare».


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Fonte: Il Secolo XIX