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"Il vostro lavoro prepara una pace giusta": Il Cancelliere Scholz in dialogo con Marco Impagliazzo e i partecipanti a "L'audacia della Pace"

La guerra in Ucraina, il lavoro per la pace, ma anche le conseguenze del conflitto europeo sul Sud del mondo, la proliferazione nucleare, i migranti, l'economia. Sono stati diversi i temi affrontati dal cancelliere federale della Germania Olaf Scholz nel suo dialogo con Marco Impagliazzo, presidente di Sant'Egidio, e con i partecipanti all' incontro di Berlino "L'audacia della pace".

Senza rinnegare la scelta tedesca di fornire armi a Kiev ("una decisione che non prendiamo alla leggera") il Cancelliere ha rivendicato il lavoro negoziale della Germania, che, pur ritenendo ingiustificabile l' occupazione russa dell'est del Paese, "sta sviluppando i diversi aspetti della formula per la pace in Ucraina e i principi per una soluzione pacifica" e ha incoraggiato apertamente Sant'Egidio a proseguire l'impegno umanitario con l'aiuto ai rifugiati ucraini e i colloqui per lo scambio di prigionieri: "spesso - ha spiegato ancora Scholz - sono proprio questi progressi negli aspetti particolari che aiutano a preparare il terreno per la fine della violenza e per una pace giusta".

Il Cancelliere ha anche sottolineato come i migranti siano diventati una necessità per il suo Paese, senza negare la necessità di una politica di rimpatri e alcune lentezze nel sistema che garantisce il diritto di asilo: "la Germania ha un grande bisogno di immigrati, perché la generazione dei baby. boomer si avvicina alla pensione" e ha quantificato in 6-7 milioni gli stranieri necessari alla Germania entro la fine degli anni Trenta.

Marco Impagliazzo ha descritto il lavoro per la pace e la riconciliazione di Sant'Egidio: "noi ci impegniamo a guardare al domani - ha spiegato il presidente della Comunità - a quando la pace sarà tornata e quando occorrerà ricostruire un'amicizia e una sensibilità comune in Europa. Ci preoccupano anche le conseguenze che una guerra lunga sta provocando nel sud povero del mondo. Per questo chiediamo una pace giusta con la quale ricostruire l'architettura di sicurezza globale oggi messa in crisi dall'aggressione russa".