Gli investimenti sull'insegnamento della nostra lingua nel mondo sono scarsi. Eppure l'intemazionalizzazione del Paese passa anche da li
La lingua è un sismografo che registra i cambiamenti sulla scena mondiale. L'avanzata inarrestaile dell'inglese, ben prima del processo di globalizzazione, è un elemento decisivo dell'occidentalizzazione di tante società. Altre lingue poi divengono sempre più importanti, come il cinese o l'arabo, mentre lo spagnolo cresce negli Stati Uniti. Il russo resta rilevante, ma ha conosciuto una flessione con la fine dei regimi comunisti dell'Est. E l'italiano?
Nel Novecento - scrive Tullio De Mauro - per la prima volta in tremila anni, nella penisola è avvenuta la convergenza degli italici su una sola lingua comune. È stato vinto l'analfabetismo. L'italiano così è divenuto, come mai nella storia, patrimonio di tutto il popolo oltre che lingua nazionale. Il fatto non è da poco.
[ Andrea Riccardi ]