Salviamo Aleppo, la città martire deve vivere

La nostra campagna
Per la Festa della mamma rilanciamo l'iniziativa di solidarietà realizzata con la Fondazione Giovanni Paolo ll, per aiutare le donne della città a non cedere alla barbarie e alla disperazione

Il Novecento non è certo stato avaro di tragedie legate alle città travolte dalla guerra. Aleppo, la grande città della Siria che da quattro anni è stata trasformata in un campo di battaglia, sta però superando qualunque paragone.
Il periodo della Pasqua, arrivato subito dopo la decisione di varare una tregua da cui erano esclusi solo i terroristi dell'Isis e di Al Nusra, ha portato un relativo sollievo per la popolazione. Ma da due settimane i combattimenti sono ripresi nella forma più crudele: quella dei bombardamenti indiscriminati sui civili, da una parte e dall'altra. Fanno notizia gli ospedali colpiti, si parla meno dello stillicidio dei razzi, 1.200 in pochi giorni, sparati dai miliziani islamisti sui quartieri controllati dalle truppe di Assad. Ma non c'è differenza, i civili muoiono incolpevoli su un lato come sull'altro della barricata.
Con loro muore la capitale economica della Siria, una delle grandi città del Medio Oriente, la terza città cristiana (dopo il Cairo e Beirut) della regione, fino a pochi anni fa quasi un modello di convivenza tra religioni ed etnie diverse.
Molti hanno cercato di portare l'attenzione su Aleppo. I primi sono stati, nell'estate del 2014, Andrea Riccardi e la Comunità di Sant'Egidio, che hanno lanciato la campagna "Save Aleppo" per trasformare la città "chiusa" nella guerra in una città aperta, con un piano europeo per garantire corridoi umanitari. Molti hanno appoggiato l'iniziativa, ma in Siria ancora si combatte. Nonostante questo, non dobbiamo smettere di sostenere l'idea di Aleppo città aperta, se non altro per mettere pressione sulle trattative di pace di Ginevra, sempre appese a un filo.
Famiglia Cristiana, con la Fondazione Giovanni Paolo II, ha cercato di fare qualcosa. Durante il periodo di Natale e adesso in quello pasquale, la raccolta fondi con tanta generosità sostenuta dai nostri lettori ci ha consentito, attraverso l'opera dei Francescani della Custodia di Terra Santa, di far affluire a centinaia di famiglie, non solo cristiane, aiuti sotto forma di generi alimentari e di prima necessità e di garantire a molti bambini e ragazzi la possibilità di proseguire gli studi in aule dotate di un minimo di servizi e protette dalle bombe.
La nostra campagna prosegue anche in questo numero che coincide con la Festa della mamma: vogliamo così ricordare il sacrificio di tutte le mamme di Aleppo, e portare un piccolo contributo alla loro lotta per non cedere alla barbarie e alla disperazione. Perché
se muore Aleppo, muore anche una parte della nostra umanità.