La costruttrice di bambole

La Comunità di Sant'Egidio ha pubblicato un appello del comitato degli Hazara nato nel Regno Unito, per portare l'attenzione internazionale sulle persone di quest'etnia, rimaste in Afghanistan. Gli Hazara sono uno dei gruppi più perseguitati di sempre, in quei territori.
"Vogliamo attirare la vostra attenzione sul nostro gruppo di persone che erano all'aeroporto (di Kabul) il 26 agosto 2021 ed erano sulla lista per essere evacuate, ma sono state lasciate indietro. Purtroppo abbiamo perso un paio di persone nell'attacco suicida e abbiamo traumatizzato tutti coloro che erano all'aeroporto in attesa di evacuazione. Uno degli uomini uccisi nell'attentato ha lasciato moglie e cinque figli a Kabul. Come forse saprete, alle donne non è permesso lavorare nel nuovo Afghanistan e quindi la sua famiglia attualmente non ha nessuno come capofamiglia”.
Sono parole che restano impresse, quelle del presidente del comitato, il dr. Homira May Rezai. Va ricordato che Hazara Committee in the UK (HCUK), precedentemente noto come Hazara Council of Great Britain, è un'organizzazione senza scopo di lucro, che lavora per creare una piattaforma inclusiva per tutte le comunità Hazara, proprio per connettersi, cooperare e integrarsi nella società ospitante. HCUK ha accesso a tutti i dati di oltre il 90% dei leader della comunità in tutto il Regno Unito e in Europa e sta lavorando anche a stretto contatto con gli Hazara in Afghanistan, in quanto organizzazione fidata, che riceve regolarmente rapporti da persone sul campo, circa la situazione e le atrocità commesse dai talebani e da altri gruppi.
Questo comitato collabora con Sant'Egidio, qui a Roma, e in particolare con Daniela Pompei. Leggendo
quest'appello, in rete, Firoza Hyderi, dall'India, ha voluto aderire e ribadirlo con forza, ricordando le sue sorelle rimaste lì e che lei tanto vorrebbe aiutare a condurre in India, dove, con altre donne hazara, è riuscita a fondare una startup dei sogni, che fabbrica bambole di pezza. "Se le mie sorelle non hanno bruciato i loro documenti, vanno cercate nella regione di Bamiyan, dove eravamo residenti un tempo. Noi siamo la minoranza più perseguitata dell'Afghanistan, con o senza talebani. Per questo decisi di prendere, in tempi più sereni, un aereo per l'India. Amnesty International, che da sempre segnala la nostra condizione, mi ha aiutata a venir fuori dal mio Paese di origine, per creare qui, con fondi internazionali, una startup al femminile.
In Afghanistan non siamo mai stati tollerati, ma i talebani si son spinti molto oltre con noi e con la nostra cultura, arrivando perfino a distruggere la statua raffigurante uno storico leader sciita della nostra comunità, Abdulm Ali Mazari, ucciso negli anni `90. Io lavoro a Nuova Delhi, con molte altre rifugiate di altre parti del mondo. Utilizziamo materiale trovati in discarica per cucire bambole, ovviamente sottocosto, ma accessibili alle bambini di queste zone, che non hanno nulla, ma che sognano di giocare come tutte le altre bambine della terra. Pensate che le esigenze dei bambini cambino a seconda del reddito dei loro genitori? 1 bambini sognano quel che si sogna da sempre nell'infanzia, quello che sognavo io, con le mie sorelle, in Afghanistan, e quello che sognano ora a Kabul. I bambini son sognatori ovunque, in ogni zona del mondo. Vogliono macchinine e bambole allo stesso modo. Non conoscono che cosa siano i soldi. Sottoscrivo l'appello proprio per accendere un faro su queste ore tremende per tanti e per in particolare per noi Hazara".

 


[ Dorella Cianci ]