Una spedizione lombarda per aiutare la Sierra Leone

L'iniziativa

«Vaccinare contro il Covid in Paesi che non possono è un obbligo, perché che ci piaccia o meno viviamo il villaggio globale, che non ha barriere e contro il virus non possiamo alzare alcun muro». Ne è convinto 

  • Agostino

 Miozzo, ex coordinatore del Cts, ex consulente per l'Istruzione e ora al capo della spedizione della Regione Lombardia per aiutare la Sierra Leone nella campagna anti-Covid.
La missione ha il compito di verificare la possibilità di realizzare la campagna vaccinale nello stato africano, la catena del freddo, parlare con le autorità locali e comprenderne le decisioni, definire i target prioritari, organizzare la struttura. La proposta è stata lanciata qualche settimana fa dal coordinatore della campagna vaccinale lombarda, Guido Bertolaso, in accordo con il presidente della Regione, Attilio Fontana.«Avremo la disponibilità, garantita dal generale Figliuolo, di un milione di dosi. Le dosi sono messe a disposizione dal piano italiano e Pfizer si è impegnata a supportare l'invio, siamo pronti e non appena avremo verificato tutto il piano di vaccinazione partirà», spiega Miozzo.
Il continente africano registra numeri disastrosi sulla campagna vaccinale con una media del 3% di persone che hanno completato il ciclo, spiega Stefano Orlando, ricercatore e tra i coordinatori del programma Dream della Comunità di 

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  • Sant'
  • Egidio

. «Se non si vaccina quella parte di mondo, il rischio è per tutti. Come dice Papa Francesco, non ci si salva da soli», scandisce. Il grande problema «sono le varianti, anche in Africa se non si arresta questa diffusione il rischio di sviluppare varianti è enorme».
Il programma Dream è presente in 10 Paesi africani con centri di salute per Hiv e Aids, ma anche per altre patologie e, in quei Paesi, ha aperto hub vaccinali. «Con la nostra presenza raggiungiamo categorie che normalmente non accedono al vaccino, ci sono persone esitanti ma siamo presenti sui territori da anni».