Il rito del pranzo di Sant'Egidio che regala un Natale inclusivo

Il Natale è la festa solidale per eccellenza. Un appuntamento con i sentimenti e con la generosità che confluiscono in gesti, doni e propositi all'insegna della buona volontà. E quando quest'ultima diventa reale, si concretizza in un evento che si svolge a Roma ma è come se fosse replicato in tutta Italia andando incontro al prossimo. Verso chi ha bisogno.
Con questa motivazione molti anni fa è nata l'idea del pranzo natalizio della comunità di Sant'Egidio 
a Trastevere che, dopo lo stop dello scorso anno, quest'anno verrà nuovamente organizzato il 25 dicembre. Quando poveri e senza tetto, che sono aumentati sensibilmente con l'emergenza Covid-19, se non ci saranno ulteriori restrizioni dell'ultima ora torneranno a incontrarsi, seguendo scrupolosamente tutte le norme anti contagio. Accolti dai tanti volontari che scelgono di trascorrere la festa più "familiare" dell'anno insieme a dei perfetti estranei. Molti dei quali sono nuovi poveri, i cosiddetti figli della pandemia, uomini e donne in prevalenza italiani con un'età compresa fra i 36 e i 50 anni, che nell'ultimo anno e mezzo hanno bussato alle porte della comunità.
Ad accoglierli ci sarà anche Matteo Bottazzi 45 anni, di mestiere assistente sociale. Con un pizzico di emozione racconta la sua esperienza di volontariato in quella che lui considera a tutti gli effetti la sua seconda famiglia. «Ho conosciuto Sant'
Egidio da liceale, andando alla mensa di via Dandolo a Roma a servire la cena alle persone senza fissa dimora - ricorda - Lì ho scoperto che c'è più gioia nel dare che nel ricevere. I giomi più belli sono diventati quelli in cui si riesce a fare qualcosa per gli altri. Col tempo posso dire che i poveri mi hanno cambiato la vita. Da tanti anni festeggio il Natale nella Basilica di Santa Maria in Trastevere: è la festa dell'amicizia, una tavola grande, grandissima in cui nessuno è escluso. Anche in questo periodo di pandemia abbiamo trovato modi nuovi per raggiungere tutti e non lasciare indietro nessuno anche se il pranzo non si è organizzato, per esempio portando gli aiuti a quanti ne avevano bisogno». Bottazzi, romano, sposato e padre di due figli di 5 e 2 anni, sottolinea: «Anche mia moglie aiuta la Comunità. Il 25 tutti e due diamo il nostro contributo a pranzo e la sera festeggiamo in famiglia».
Con loro, idealmente riuniti alla stessa tavola della solidarietà, migliaia di amici bisognosi sparsi in tutta Italia per poter celebrare la Natività in un modo davvero inclusivo, non escludendo per l'appunto nessuno. Anche attraverso le distribuzioni itineranti e le varie iniziative previste in diverse regioni.
Per esempio in diverse città piemontesi sarà organizzato un "pranzo diffuso" per un totale di 5 mila ospiti, suddivisi in piccoli gruppi di 20 persone. Come a Genova e ad Aosta, si svolgerà all'interno di sale parrocchiali, di centri di Sant'Egidio
, di dormitori per clochard. Coinvolte anche le carceri.
Per contribuire si può aderire alla campagna "A Natale aggiungi un posto a tavola" inviando, fino al 27 dicembre, una donazione con un sms o una chiamata al numero 45586.


[ Luisa Mosello ]