Piccoli passi sul cammino verso la piena comunione

Visita in Vaticano dei rappresentanti delle Chiese in Iraq a un anno dal viaggio di Papa Francesco

Il primo anniversario del viaggio apostolico in Iraq è stato l'occasione di una inaspettata iniziativa ecumenica. Infatti, la tematica dominante della storica visita di Papa Francesco svolta dal 5 all'8 marzo 2021 riguardava innanzitutto il dialogo interreligioso, particolarmente con l'islam sciita maggioritario nel Paese. Eppure la dimensione ecumenica non era assente, in particolare a Erbil, dove una significativa delegazione di diverse Chiese ortodosse, assira, siro ortodossa e greco ortodossa, che includeva anche il catholicos-patriarca assiro Mar Gewargis III, era presente alla Messa celebrata dal Pontefice il 7 marzo.
Proprio questo aspetto ecumenico ha segnato l'anniversario della visita papale in Iraq, dove i cristiani rappresentano una piccolissima minoranza, meno dell'un per cento della popolazione, circa 400.000 fedeli appartenenti a diverse Chiese: caldea, assira, siro cattolica e siro ortodossa, armena apostolica e armeno cattolica, melchita, latina, copto ortodossa e anche alcune comunità protestanti.

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Nella serata la delegazione ha partecipato ad una preghiera per l'Iraq tenuta dalla Comunità di Sant'Egidio  presso la basilica di Santa Maria in Trastevere. Nell'omelia, il patriarca Sako, riferendosi alla Quaresima che cominciava lo stesso giorno secondo il calendario orientale, ha invitato i cristiani ad approfittare di questo tempo per una «auto riflessione», esortando a lavorare insieme «come una comunità unita, come una sola Chiesa anche se siamo Chiese diverse», creando così «una comunità di fratelli e sorelle che si amano e si sentono per essere sale e lievito, cioè una benedizione per il nostro mondo ma anche un pane per i nostri fratelli che hanno bisogno».
Un primo frutto della visita in Vaticano dei rappresentanti delle Chiese in Iraq è stato la pubblicazione, lo stesso giorno, di un loro comunicato congiunto, nel quale si dicono invitati «a una vera e profonda comunione ecclesiale, e quindi a un cammino ecumenico pionieristico, con umiltà, mitezza e amore». Riferendosi al cammino quaresimale, il messaggio si conclude con una metafora: «Il digiuno è come un uccello che non vola se non con le ali della preghiera e della carità». Senz'altro, la stessa allegoria vale anche per il cammino ecumenico.


[ Hiacynthe Destivelle ]