Crocevia per la pace in Sud Sudan

E se anche per piazza San Pietro passasse la risoluzione inclusiva e duratura del conflitto in Sud Sudan? Stamani tredici militari sudsudanesi, del governo e dell'opposizione, hanno incontrato Papa Francesco durante l'udienza generale. Insieme. Ad accompagnarli, con alcuni osservatori internazionali, i rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio, che da anni stanno portando avanti la mediazione in questo conflitto e che, in questi giorni, hanno organizzato a Roma un corso di formazione proprio per arrivare a una cooperazione nel meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco. «L'inclusione di questi gruppi è un passo necessario per garantire il pieno rispetto dell'Accordo sulla cessazione delle ostilità ed è fondamentale per portare la pace nel Sud Sudan» spiega Paolo Impagliazzo.
Accanto ai militari del Sud Sudan, sul sagrato della basilica di San Pietro, c'erano alcuni gruppi di ucraini, fuggiti dalla guerra e accolti in Italia. Testimoni e vittime di guerre diverse tra Africa e Europa — ma, alla fine, tutte tragicamente uguali.
Particolarmente significativa l'esperienza della scuola elementare Alberto Cadlolo, in via della Rondinella, a due passi da piazza San Pietro. Questa comunità — che fa parte dell'Istituto comprensivo Virgilio — ha accolto, dal 28 marzo, venti bambini fuggiti dall'Ucraina. Dando loro l'opportunità di proseguire il percorso didattico in conformità con il programma scolastico del ministero dell'Istruzione ucraino. Insomma, una classe elementare interamente formata da bambini ucraini. La guerra non sta impedendo di perdere l'anno scolastico ma neppure l'esperienza dello stare con gli altri. E i bambini, con i loro nuovi amici italiani, hanno portato a Francesco disegni e temi preparati in questi giorni, durante l'esperienza del campo estivo. Il progetto di accoglienza e inclusione è stato promosso dalla scuola e dal comitato dei genitori insieme all'associazione Prestigio e reso possibile dalla maestra ucraina Elvira.
All'udienza Papa Francesco ha accolto alcune persone transessuali, e la mamma di una di loro, accompagnate da suor Geneviève Jeanningros e da due sue consorelle kenyane della congregazione delle Piccole sorelle di Gesù. «Sono persone che hanno sofferto nella loro identità e nel disprezzo della gente» dice la religiosa, che lo scorso 27 aprile aveva accompagnato a incontrare il Pontefice, sempre all'udienza generale, altre quattro persone transessuali che stanno cercando anche la strada per liberarsi dalla schiavitù della prostituzione. Sostenute dalla comunità cristiana di Torvaianica, con il parroco don Andrea Conocchia. E tramite anche il Papa stesso e il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski che, nel recente passato, non hanno mancato di far sentire direttamente la vicinanza alla comunità della Beata Vergine Immacolata. Proprio alla porta della parrocchia infatti hanno bussato, nel pieno dell'emergenza Covid, instaurando un dialogo di fraternità e dí attenzione alla fragilità.
Francesco ha poi incoraggiato l'esperienza che sta vivendo Michele Agostinetto: la sclerosi multipla non gli sta impedendo di camminare per 2000 chilometri da Valdobbiadene, in Veneto, terra natale del padre, a Santa Maria di Leuca, in Puglia, paese della madre. Partito il 1° maggio, oggi ha fatto tappa da Papa Francesco. "Cammino per far conoscere alle persone che incontro il coraggio, per aiutare la gente a dare importanza alle piccole cose"


[ Giampaolo Mattei ]