Il lievito della speranza

Siamo entrati nel nuovo secolo, nel nuovo millennio, senza grandi sogni e prospettive. Il rischio è che tutti viviamo di inerzia. La globalizzazione, un fenomeno assolutamente straordinario, incontrando un mondo senza più ideali ha universalizzato per lo più solo il mercato, poco la democrazia e ancor meno la solidarietà. Di fatto ci si è come ripiegati su se stessi. Sia i singoli che gli Stati sono preoccupati soprattutto del proprio benessere.
Potremmo dire che è cresciuta la ricchezza economica — sebbene non per tutti; la forbice tra ricchi e poveri si è allargata — ma è diminuita la forza dello spirito, la spinta degli ideali. Non voglio ovviamente demonizzare il mercato; è un fatto positivo. Ma se non viene accompagnato anche dalla crescita di un'etica globale, se non diveniamo più consapevoli del primato del bene comune su quello particolare, è ovvio che il futuro del mondo resta oscuro. E cresce la paura.
C'è bisogno di tornare a sognare, di tornare a sperare, di pensare al bene comune di tutti, del proprio Paese come dell'intero pianeta. E questo è possibile se si percorre la via della cultura e quella della spiritualità. C'è bisogno di aprire la mente per aprire gli occhi. C'è bisogno di visioni nuove, ampie, che riescano a pensare le cose vicine e quelle lontane. È la via della cultura che passa attraverso la riscoperta del proprio passato e la passione di un futuro migliore per tutti.

 

[ Vincenzo Paglia ]