Papa, preghiera al Colosseo «L'atomica minaccia reale»

Il pontefice all'incontro interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio. «Siamo nella Terza guerra mondiale Fallimento della politica e dell'umanità»

Il grido della pace si è levato fortissimo ieri pomeriggio dal Colosseo sotto gli occhi del mondo. Oltre duemila persone hanno osservato un minuto di silenzio per le vittime dì tutte le guerre.«Si sta verificando quello che si temeva e mai avremmo voluto ascoltare: l'uso delle armi atomiche, che colpevolmente dopo Hiroshinia e Nagasaki si è continuato a produrre e sperimentare, viene ora apertamente minacciato; illumina, o Padre, le menti dei governanti» ha sussurrato al microfono Papa Francesco seduto sulla sua carrozzina, accanto a decine di leader religiosi arrivati da ogni dove per l'incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant'Egidio nello "Spirito di Assisi", un evento periodico che si ripete dai tempi di Giovanni Paolo II e al quale si deve l'aver fatto argine allo scontro tra civiltà.
Ora Invece, che il conflitto russo-ucraino infiamma il cuore dell'Europa e rischia di allargarsi con conseguenze inimmaginabili
il gesto profetico delle religioni si è ripetuto carico di momenti di commozione. Il coro ha intonato il Kyrie eleison, tutti hanno recitato il Padre Nostro mentre Francesco ripeteva che la guerra lascia sul terreno solo disperazione e l'invocazione delle madri che perdono figli e mariti non può lasciare indifferenti. Famiglie in fuga. orfani, sofferenze patite, la povertà.
Speranza
I presenti sapevano che non ci sono formule magiche per uscire dai conflitti ma solo un percorso condiviso nella giustizia e nella verità. Il Pontefice ha citato la Fratelli tutti: «La guerra è un fallimento della politica e dell'umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Sono convinzioni che scaturiscono dalle lezioni dolorosissime del secolo Ventesimo, e purtroppo anche di questa prima parte del Ventunesimo». Assieme a lui c`erano il Rabbino Riccardo di Segni, la scrittrice sopravvissuta ad Auschwitz Edith Bruch che ha consegnato un messaggio alle nuove generazioni, il segretario del World Pan lslamic Jurisprudence Abu al Qasim Al dibaj, il buddista Shoten Minghishi, l'induista Swam i Sarvasthananda arrivato dal Regno Unito, il cardinale di Baghdad Raphael Sako, il reverendo luterano norvegese Fykse Tveit. Seduto accanto a diversi cardinali c'era anche il numero due del patriarcato di Mosca, il metropolita Antonij.
Tutti pregano, ascoltano, meditano. Mar Awa III, patriarca della Chiesa assira riassume il sentimento comune: «la nostra testimonianza sarà un riflesso della stessa vita del nostro Signore». In questo tempo pesant
emente segnato da molteplici conflitti, il cantiere della pace continua a credere nei tessitori di dialogo, nei costruttori di ponti. La partecipazione di Francesco non è che l'ennesimo gesto dentro un pontificato che ricerca il dialogo interreligioso come dovere per tutte le comunità religiose.
Quando arriva dentro al Colosseo Bergoglio è accolto dal neo ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e dalla direttrice del parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo. L'evento si è chiuso con la lettura di una dichiarazione congiunta e lo scambio del segno della pace.
Roma, città eterna, capace di accogliere, includere, ascoltare, ancora una volta ha mostrato il suo volto migliore, lasciando spazio alla speranza e proiettandosi verso il Giubileo del 2025, capitale della pace e del dialogo. 


[ Franca Giansoldati ]