Cattolici in politica, non irrilevanti ma impegnati a ricucire la società

Dibattito a Bologna con il cardinale Zuppi, Prosperi, Impagliazzo e Galli della Loggia

I cattolici sono ancora presenti in modo efficace nella società e nella politica italiane? E se non lo sono, potrebbero ridiventarlo? Le due domande sono state al centro del dibattito promosso a Bologna dall'associazione «Incontri esistenziali» e che si è svolto giovedì sera nella prestigiosa sede dell'Aula Magna dell'Università, letteralmente gremita da un migliaio di persone. Presenti numerosi politici, alcuni dei quali di rilievo nazionale come il senatore Pierferdinando Casini e l'ex premier Romano Prodi.
A dibattere sul tema sono stati chiamati Ernesto Galli della Loggia, storico ed editorialista, Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio e il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Moderatore, il giornalista Michele Brambilla.
Il dibattito ha avuto come fulcro la tesi di Galli della Loggia, espressa in un recente editoriale e ricordata da Brambilla, che i cattolici siano ormai irrilevanti nella società e nella politica del nostro Paese, «a causa - ha detto lo stesso Galli della Loggia - di una crisi di identità della Chiesa attuale, che non sa più leggere i segni dei tempi" ed è ferma alla lettura conciliare di tipo "irenicodemocratico" 
carica di ottimismo, mentre oggi la realtà è drammatica». «Assistiamo - ha aggiunto - non più solo ad una secolarizzazione, ma ad una vera e propria decristianizzazione dell'Europa, alla quale sembra non importare più del cristianesimo. Eppure, la parola religiosa è cruciale perché è autonoma, non derivava da nessun potere e dona una speranza come nessun'altra». A questa tesi sono stati chiamati a replicare Prosperi ed Impagliazzo.
Il primo ha sostenuto che ad una minore incidenza sulle dinamiche propriamente politiche, corrisponde da parte dei cattolici italiani una maggiore azione sulla società attraverso il giudizio che le comunità cristiane danno sulla società stessa e le opere che creano per rispondere ai bisogni delle persone. «Per questo - ha detto - è di fondamentale importanza un'educazione a un giudizio sulla realtà che preservi dai due estremi dell'irenismo e della rigidità, originati entrambi dalla mancanza di fede».
Impagliazzo da parte sua ha ricordato che «dopo la fine della Dc non sono finiti i cattolici in politica. E in una società che elimina sempre di più i corpi intermedi, la Chiesa continua ad esserlo, e a "tessere una tela" per ricucire le realtà e le persone, per creare comunità di cui c'è tanto bisogno». Il problema principale, secondo lui, è che i cattolici, essendo dei «ricucitori», «non stanno bene nell'attuale clima di polarizzazione: è quindi più la politica che non vuole i cattolici, piuttosto che i cattolici che non vogliono impegnarsi in politica».
E' toccato al cardinale Zuppi trarre le conclusioni, ed è partito da una constatazione che ha ottenuto uno scrosciante applauso: «Guardando questa platea, non mi sembra proprio che noi cattolici siamo irrilevanti!». Poi ha ricordato che «anche quando i cattolici erano davvero "rilevanti"; hanno lasciato insoluti tanti problemi». E rispondendo a Galli della Loggia, ha sottolineato che «anche allora c'erano diverse sensibilità tra i credenti in politica, come è sempre stato nella Chiesa. Ma insieme, sotto la guida del Papa, abbiamo sempre difeso il bene comune». Quanto ai «principi non negoziabili», ha sottolineato con forza che «sono tutti ugualmente importanti, perché tutti riassunti nel rispetto della vita umana dall'inizio alla fine; e la Chiesa li ha sempre difesi tutti». Si tratta dunque di «far nascere dalle tante realtà cattoliche che operano nella realtà un progetto politico e la cultura della politica come servizio». «Noi non abbiamo nemici - ha concluso - ma un avversario sì: la politica che persegue solo il proprio interesse, a scapito del bene comune e di quell"'amore politico" al quale ci richiama papa Francesco». 


[ Chiara Unguendoli ]