Basta guerra: investire su ogni via di dialogo

La preghiera al Colosseo con la presenza del Papa ha chiuso l'incontro interreligioso promosso a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio nello spirito di Assisi

Nei giorni scorsi a Roma, dal 23 al 25 ottobre, si è tenuto l'incontro di preghiera "Il grido della pace" organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio. L'evento si è sviluppato tra due emozionanti celebrazioni, quella di apertura e quella di chiusura, e di 14 forum, che hanno toccato vari temi, tra cui le migrazioni, il ruolo delle religioni nella costruzione della pace e l'ecologia. I protagonisti di queste giornate sono stati i leader delle principali religioni — cristianesimo, islam, ebraismo — ma anche delle religioni orientali come il buddismo, l'induismo e il sikhismo e altre ancora come gli shintoisti Omoto e i Tenri Kio dal Giapppone.
Nel campo dell'ecumenismo tante sono state le presenze autorevoli, come il responsabile delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, Antoni, e il patriarca della Chiesa Assira, MarAwa III, antica Chiesa orientale diffusa soprattutto in Iraq, Siria e nella diaspora nordamericana. Ma non solo; erano presenti infatti anche tanti testimoni della solidarietà come Gregoire Ahongbonon, soprannominato il Basaglia d'Africa, che nel Benin aiuta i malati psichiatrici a ricominciare una nuova vita, anche liberandoli letteralmente dai ceppi a cui, purtroppo ancora oggi, vengono legati. E poi Alicia Peressutti, fondatrice e direttrice dell'associazione civile Vinculos en Red, impegnata in Argentina per difendere le donne dalla tratta e dallo sfruttamento; e ancora padre Alejandro Solalinde, prete messicano direttore di Hermanos en el Camino, il più grande rifugio per i migranti centroamericani, che fornisce aiuti umanitari e istruzione a quanti cercano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti, vittime del racket dei narcos.
Non sono mancati i capi di Stato come Macron e Mattarella, che hanno partecipato alla cerimonia d'inaugurazione, sottolineando l'importanza della costruzione della pace, a partire dalla soluzione del conflitto a noi più vicino, quello tra Russia e Ucraina. Presenti anche giornalisti come Marco Tarquino e Maurizio Damilano, intellettuali e scrittori. Significativa è stata anche la presenza di tante donne e uomini giunti in Europa grazie ai corridoi umanitari. Molti di loro hanno preso la parola nei vari forum testimoniando come è possibile costruire un'alternativa ai viaggi sui barconi e alle detenzioni nelle prigioni libiche e permettere l'integrazione nel tessuto sociale europeo.
Le giornate di dialogo e di approfondimento si sono concluse con un'intensa celebrazione. Dopo che i fedeli delle diverse religioni hanno pregato per la pace — i cristiani alla presenza del Papa all'interno del Colosseo — i leader religiosi e tutti i partecipanti si sono ritrovati davanti al celebre monumento romano. Papa Francesco ha ricordato un grande protagonista del XX secolo, il suo predecessore san Giovanni XXIII, il quale fu protagonista attivo nel fermare l'escalation della cosiddetta crisi dei missili di Cuba, che rischiava di dare vita anche 60 anni fa all'inizio di un conflitto nucleare.
Momento particolarmente significativo è stata la consegna da parte di Edith Bruck, scrittrice ebrea di origine ungherese, sopravvissuta da bambina ai lager nazisti, dell'appello firmato dai leader religiosi, ad un gruppo di bambini, che a loro volta hanno consegnato l'appello ai diplomatici presenti. Bruck rappresenta una testimone diretta della Shoah, il grande male del XX secolo, che nel XXI secolo diventava ambasciatrice per la ricerca della pace, una pace che ancora non arriva, in quella che, per usare le parole del Papa, assomiglia sempre più ad una Terza Guerra Mondiale a pezzi.
La consegna dell'appello è stata sottolineata da tutti i presenti, che hanno esposto numerosi cartelli in tutte le lingue, con un unico grande messaggio: pace! 

 

[ Bruno Scaltriti ]