Roma appello di pace 2022

«Con ferma convinzione diciamo: basta con la guerra! Fermiamo ogni conflitto. La guerra porta solo morte e distruzione, è un'avventura senza ritorno nella quale siamo tutti perdenti. Tacciano le armi, si dichiari subito un cessate il fuoco universale. Si attivino presto, prima che sia troppo tardi, negoziati capaci di condurre a soluzioni giuste per una pace stabile e duratura. Si riapra il dialogo per annullare la minaccia delle armi nucleari...
Siamo di fronte a un bivio: essere la generazione che lascia morire il pianeta e l'umanità, che accumula e commercia armi, nell'illusione di salvarsi da soli contro gli altri, o invece la generazione che crea nuovi modi di vivere insieme, non investe sulle armi, abolisce la guerra come strumento di soluzione dei conflitti e ferma lo sfruttamento abnorme delle risorse del pianeta. Noi credenti dobbiamo adoperarci per la pace in tutti i modi che ci sono possibili. E' nostro dovere aiutare a disarmare i cuori e richiamare alla riconciliazione tra i popoli. Purtroppo anche tra noi ci siamo talvolta divisi abusando del santo nome di Dio: ne chiediamo perdono, con umiltà e vergogna. Le religioni sono, e devono continuare ad essere, una grande risorsa di pace. La pace è santa, la guerra non può mai esserlo!».
Sono parole pronunciate nell'appello finale dai rappresentanti delle Chiese cristiane e delle Religioni mondiali convenuti a Roma dal 23 al 25 ottobre al 36esimo incontro interreligioso «Il grido della pace - Religioni e cultura in dialogo», organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio nello spirito di Assisi. Nella cerimonia finale al Colosseo il documento, firmato da papa Francesco e dai leader religiosi, letto da una giovane rifugiata siriana, è stato consegnato dalla scrittrice Edith Bruck ad alcuni ragazzi e simbolicamente a tutti i giovani del mondo.