Dialogo, fratellanza e prospettive di pace in Iraq

Cattolici e sciiti ricordano insieme il secondo anniversario del viaggio di Francesco

E' «ineludibile il rapporto tra dialogo interreligioso, fratellanza umana e prospettive di pace»; talmente «stretto che non si riesce nemmeno a immaginare queste realtà come separate: credenti che si incontrano, si parlano, si conoscono, si riconoscono e partecipano a un cammino in comune». Lo ha sottolineato il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot all'apertura del convegno «Cattolici e sciiti davanti al futuro. A due anni dalla visita di Papa Francesco in Iraq», organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio insieme all'Istituto AlKhoei di Najaf.
Nella città santa per gli sciiti, dove è presente il santuario dell'imam Alì, il prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso ha consegnato oggi un messaggio personale del Pontefice al Grande ayatollah al-Sistani nel ricordo dello storico incontro del 6 marzo 2021. La delegazione, oltre che dal porporato, era composta da un rappresentante del nunzio apostolico Mitja Leskovar e da Andrea Riccardi, fondatore di Sant'Egidio. Nell'intervento di ieri — giornata dedicata ai temi "fraternità" e "preghiera, poveri e pace" — Ayuso ha rilanciato l'importanza della collaborazione e dell'amicizia tra cristiani e musulmani, affinché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire alla costruzione di uno spirito fraterno per il bene dell'umanità. Il cardinale ha anche definito l'incontro di due anni fa tra il Papa e al-Sistani «un'altra pietra miliare nel cammino del dialogo» sulla scia del Documento sulla Fratellanza umana. Grazie a queste iniziative, ha chiarito, appare evidente che «il dialogo tra le religioni non è un segno di debolezza. E' invece espressione del dialogo di Dio con l'umanità. Per noi, cattolici e sciiti, di fronte al futuro, la strada da percorrere è quella della fratellanza». E in tal senso, ha rimarcato il cardinale, il magistero di Papa Bergoglio «indica una road map con tre punti di riferimento: il ruolo della religione nelle società, il criterio della religiosità autentica e il camminare insieme come fratelli e sorelle per costruire la pace. Per Francesco la risposta alle domande e alle sofferenze provocate da tensioni e conflitti è strettamente legata alla fratellanza». Infine il presidente del Dicastero vaticano si è detto «convinto che il dialogo tra le due comunità» sciita e cattolica «sarà un passo avanti nella direzione della fratellanza, che darà molti frutti». Da parte sua il cardinale Louis Raphael I Sako, patriarca di Babilonia dei caldei, ha fatto notare che «un'anima credente non deve mai far soffrire gli altri. Bisogna rinnovare la mentalità per costruire un futuro in cui nessuno è emarginato per motivi di fede».
Gli ha fatto eco, nella giornata dedicata al "dialogo sulla vita" e a "religioni e società", l'arcivescovo Vincenzo Paglia. «E' tempo di rilanciare una nuova visione per un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli», ha detto il presidente della Pontificia Accademia per la vita, declinando tre sfide: la prospettiva «iperindividualista» che sconvolge i rapporti sociali, frammentandoli e indebolendoli; la necessità di una nuova comprensione del termine «vita», passando da una concezione astratta a una dimensione «personale» in quanto «vita» sono le persone, gli uomini e le donne, sia nella individualità di ciascuno sia nella unità della famiglia umana; e quindi «la sfida delle tecnologie che consentono di manipolare l'umano e infatti da decenni si parla di postumanesimo, trans-umanesimo, umanità potenziata». In tale orizzonte appare decisivo il richiamo all'etica, ossia alla centralità della persona umana e della famiglia umana. I credenti — ha proseguito Paglia — «hanno un ruolo particolarmente importante, proprio perché partendo dalle tre religioni abramitiche propongono la centralità dell'uomo e della famiglia umana per ogni sviluppo che sia tale. Abbiamo coniato persino un nuovo termine: di fronte al rischio di una vera e propria dittatura dell'algoritmo — possiamo chiamarla algocrazia — Papa Francesco ha proposto un altro termine, algoretica, per piegare la tecnica all'uomo, non viceversa». «Ciò che risulta sempre più urgente — ha concluso il presule — é la tematizzazione di nuovi diritti per l'uomo nell'era delle tecnologie emergenti, che possano stabilire i confini dell'avanzamento dell'emergere delle tecnologie».
Nuova tappa nell'amicizia tra cattolici e sciiti il convegno — che si conclude presso il Patriarcato caldeo a Baghdad — si inserisce in un percorso avviato nel gennaio 2004, quando una delegazione di Sant'Egidio, invitata a Najaf da religiosi sciiti nello "spirito di Assisi", incontrò al-Sistani. All'attuale appuntamento partecipano, tra gli altri, il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, il cardinale pakistano Joseph Coutts, religiosi dell'alto seminario sciita di Najaf e rappresentanti dell'islam di altri paesi mediorientali ed europei.