Una giustizia da secoli Ingiusta?

Kenneth Smith è un assassino. Ha ucciso nel 1988 una donna. Durante il processo in Alabama, la giuria popolare aveva votato -ad ampia maggioranza, 11 a 1 - per la detenzione a vita del soggetto. Il giudice, appellandosi a una norma oggi abolita in tutti gli USA, aveva deciso di non ascoltare la giuria e di condannare l'assassino alla morte. L'esecuzione doveva essere effettuata il 27 luglio 2023 attraverso un'iniezione letale ma, per problemi tecnici, non è andata a "buon" fine. Ora il giudice ha deciso che il sig. Smith dovrà essere giustiziato in altro modo, per "ipossia d'azoto". Un metodo non applicabile nemmeno agli animali.
È la Comunità di Sant'Egidio che diffonde la storia di Kenneth Smith, chiedendo l'annullamento della pena, anche in occasione dell'annuale Giornata Mondiale contro la pena di morte, celebrata quest'anno il 10 ottobre.
Secondo quanto racconta il Rapporto che periodicamente viene pubblicato da Amnesty International, sono ancora moltissimi (55) gli Stati in cui la pena di morte non è stata abolita. Le esecuzioni ufficiali sono state 883 nel 2022, contro le 579 del 2021, con un aumento quindi del 53%. Questi dati non tengono peraltro conto delle esecuzioni eseguite in Cina, Iran, Vietnam e Corea del Nord, e in altri stati che secretano tali informazioni: stime ragionevoli attestano che alla cifra precedente vadano aggiunte più di 1500 uccisioni.
Tra gli Stati membri dell'ONU, il 10% di essi (ossia 19 su 193) ha eseguito pene capitali (nonostante l'art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sottoscritta dai Paesi membri recita "Ogni individuo ha diritto alla vita"). Già nel 1764 Cesare Beccaria, un intellettuale italiano, descriveva, in modo ancora oggi condivisibile, i plurimi motivi, sia utilitaristici che morali, a favore dell'eliminazione di questo tipo di pena dai codici penali europei. E-siamo sempre in Italia- il Granducato di Toscana nel 1786 fu il primo stato europeo ad abolirla nella propria legislazione. Una provocazione finale: in un sondaggio fatto in una classe liceale, in cui si parlava proprio di Beccaria, il 70% circa dei ragazzi (quasi tutti diciottenni) si è detto favorevole alla pena capitale. Uno scandalo? No, un dato di fatto più frequente di quel che forse ci immaginiamo. 


[ Stefano Valuti ]