«Oggi non siamo "gli ultimi", siamo solo felici». Solidarietà e gioia in tutte le lingue del mondo

«Oggi non siamo "gli ultimi", siamo solo felici». Solidarietà e gioia in tutte le lingue del mondo

Il cenone della Comunità di Sant'Egidio a Conegliano, grazie ai volontari
La Comunità di Sant'Egidio ha offerto il veglione a chi non ha nulla da mettere in tavola

IL RACCONTO
La festa degli ultimi che, a pensarci bene e senza alcun pregiudizio, di ultimo non hanno proprio nulla, solo storie diverse dalle nostre. La notte di Capodanno, nella sede degli alpini di Conegliano, hanno atteso l'arrivo del 2024 oltre 150 persone insieme, felici solo per il fatto di avere un pasto caldo da mangiare e di poterlo condividere con qualcuno che non abbia paura di chiamarli per nome.
È la magia realizzata dalla Comunità di Sant'Egidio, in uno dei tanti eventi, tra pranzi e cene, solidali organizzati in provincia per gli scartati, per farli sentire almeno una volta la prima scelta. Tanti i ragazzi africani, richiedenti asilo, ospitati dalle strutture di Conegliano e Vittorio Veneto. Vengono da Burkina Faso, Ghana, Senegal, anche Bangladesh, tra i 19 e i 30 anni al massimo, tutti con il telefono tra le mani. Non certo per postare foto patinate su Instragram, ma per avere un canale diretto con i familiari, rimasti al di là del mare o da raggiungere appena possibile nelle città del nord Europa.
Tante anche le famiglie disagiate, genitori che non riescono a garantire il cibo ai propri bimbi, i senza fissa dimora, senza lavoro e gli anziani rimasti soli. Tantissimi gli italiani, anche i trevigiani. E poi l'esercito dei volontari, donne e uomini, ragazze e ragazzi, persino bambini, che per una sera hanno servito e sparecchiato le tavole degli altri, col sorriso sempre in bocca e la voglia di ascoltare, consolare e ballare sulle note di qualche canzone trap africana nella mischia dei festeggiamenti di fine anno. Presente anche un rappresentante degli alpini e per un saluto il vescovo Corrado Pizziolo.
La serata è stata all'insegna della gioia, tra un piatto di pasticcio e di polpette, tanti mandarini e un po' di panettone. La musica sempre di sottofondo e una tombola difficilissima da portare a termine: troppe le lingue in cui tradurre i numeri e le regole del gioco. Le risate non sono mancate eppure gli sguardi, tutti, erano velati di tristezza. Profonda, sorda, quasi da togliere il fiato. Allora lo sguardo si distoglie e per una sera si sceglie di essere felici.
«Quella di Sant'Egidio è una comunità che accoglie tutti, senza pregiudizi e per una sera l'unico pensiero è quello di stare insieme» spiega Silvano Contessotto referente di Conegliano, «quello che accomuna tutte le povertà è la solitudine e purtroppo sono aumentati gli italiani che vivono in strada. Siamo di fronte ad un paradosso: ora non si vedono più randagi per strada, ma solo persone. È ora che le istituzioni riflettano su questo fenomeno in aumento che non può accedere nel 2024».

 

[ L.R. ]