16 ottobre 1943: Rastrellamento degli ebrei di Roma

Una pagina buia della storia italiana

Il 16 ottobre 1943, all'alba, le truppe tedesche occupanti di Roma, con la collaborazione della polizia italiana, rastrellarono il ghetto ebraico della città. Era un sabato. le famiglie erano riunite nelle case. In quella che fu definita la "Strage del Ghetto", furono arrestati 1.259 ebrei, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 bambini. Dopo il rilascio di un certo numero di componenti di famiglie di sangue misto (Mischlinge) o stranieri, 1.023 rastrellati furono deportati direttamente al campo di sterminio di Auschwitz. Soltanto 16 di loro sopravvissero (15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino morta nel 2000). Fonte Wikipedia

Il rastrellamento avvenne in un momento storico particolarmente drammatico, durante quello che Andrea Riccardi ha definito "L'inverno più lungo". L'Italia era stata occupata dai nazisti nel settembre del 1943, dopo la caduta del fascismo. Il regime fascista, con le leggi razziali del 1938, aveva già discriminato e perseguitato gli ebrei italiani, ma la loro deportazione nei campi di concentramento era stata fino a quel momento limitata.

Il rastrellamento del ghetto di Roma fu un atto di violenza e di odio che colpì una comunità pacifica e integrata nella società italiana. Un evento che segnò profondamente la storia del nostro paese e che non deve essere dimenticato.

Una marcia per ricordare

Per questo, dal 1994, ogni anno il 16 ottobre, con tenacia la Comunità di Sant'Egidio e la Comunità ebraica di Roma ricordano insieme il rastrellamento degli ebrei di Roma. Una marcia silenziosa attraversa la città, compiendo il percorso inverso a quello fatto dai deportati. Il corteo è aperto da una frase di Primo Levi: “Coloro che non hanno memoria del loro passato, sono condannati a ripeterlo", insieme a cartelli con i nomi dei campi di concentramento in cui gli ebrei furono deportati e uccisi.

Con il passare degli anni, i testimoni di quell'evento e della Shoah sono scomparsi ed è emerso quanto mai necessario il compito di custodirne la memoria e tramandare la loro eredità, trasmettendo alle giovani generazioni la consapevolezza di quanto il razzismo e l'antisemitismo siano  inaccettabili. 

Dopo 80 anni

Il 2023 segna gli 80 anni dalla deportazione degli ebrei di Roma. Ed è significativo che la memoria sia diventata un fatto cittadino e nazionale: la marcia di quest'anno è partita dal Campidoglio, e ha veduto la presenza del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, al Portico d'Ottavia, il cuore del quartiere ebraico, da dove partì la razzia nazista e che oggi ha il nome di Largo 16 ottobre 1943. Insieme al presidente, è stata inizialmente letto un saluto della senatrice a vita, Liliana Segre, e successivamente sono intervenuti il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni e lo storico e fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi. (Approfondimenti)
 

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APPROFONDIMENTI

Nella copiosa bibliografia e documentazione dedicata al 16 ottobre 1943, segnaliamo:

Gli studi di Andrea Riccardi. In particolare:

Il volume di Marco Impagliazzo "La resistenza silenziosa"

Il volume di Gabriele Rigano "L'interprete di Auschwitz. Un testimone d'eccezione della deportazione degli ebrei di Roma"

La videotestimonianza dell'unica donna sopravvissuta alla deportazione: Settimia Spizzichino, una donna nella tempesta della Shoah

 

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