change language
you are in: home - press review newslettercontact uslink

Support the Community

  
December 29 2013

Joaquìn, l'ex dead man walking

Accusato ingiustamente di aver ucciso una giovane coppia, Joaquìn Josè Martinez è stato cinque anni in carcere, tre nel braccio della morte. Ecco la sua storia. Quello che ha visto e vissuto lo ha trasfomato da convinto assertore della pena capitale in testimone del fatto che nessuno la merita.

 
printable version

«Di fronte a un crimine efferato e alla condanna a morte, dicevo: “Perché aspettare? Sparategli subito!”. Quando poi vedevo i manifestanti con i cartelli contro la pena di morte il giorno dell’esecuzione, pensavo: “Perché sprecare tempo?”. Se mi avessero ascoltato, oggi non sarei qui».

Così Joaquín José Martinez racconta come da acceso sostenitore della pena capitale è diventato un testimone che gira le città europee per difendere il diritto alla vita. È un ex dead man walking, un ex “uomo morto che cammina”, dopo che per tre anni è stato ingiustamente recluso nel braccio della morte.

Ha raccontato di recente la sua esperienza in Italia, agli studenti dell’Università Cattolica di Milano, dove è stato invitato dalla Comunità di Sant’Egidio. Nato in Ecuador, cittadino spagnolo, con una buona famiglia e un’infanzia felice alle spalle, a 24 anni era un esempio riuscito dell’American dream, il sogno americano. Viveva a Tampa in Florida, dove aveva due figlie e una separazione in corso. Proprio per alcune accuse infondate della ex moglie, viene arrestato, sotto gli occhi delle figlie, per l’assassinio di una giovane coppia. Il ragazzo ucciso è un trafficante di droga, nonché il figlio di un ufficiale di polizia. Serve subito un colpevole: Joaquín, che nel giorno dell’omicidio si trovava a Disneyland con la nuova fidanzata, viene incredibilmente condannato alla pena capitale.

«Era il 1997», racconta, «e a quell’epoca l’esecuzione era solo con la sedia elettrica. Si stava iniziando a discutere se fosse il metodo “migliore” dopo che in alcuni casi un voltaggio eccessivo delle scariche elettriche aveva fatto soffrire molto i condannati. Nel braccio della morte, i poliziotti, mentre facevano alcuni test, passavano davanti alle celle e ridendo dicevano: “La prossima volta tocca a voi”».

Joaquín inizia a conoscere i suoi compagni di detenzione, alcuni probabilmente innocenti come lui, altri colpevoli di crimini efferati. Ma tutti umani. «Fino a quel momento, non avevo più fiducia nel sistema che mi aveva incarcerato ingiustamente, ma pensavo ancora che la pena di morte fosse “giusta”. L’incontro con loro mi ha cambiato, ho riscoperto la loro umanità e come lo Stato abbia il dovere di essere migliore, proprio per dire che è sbagliato, sempre, uccidere. Oggi, purtroppo, tutte le persone detenute con me sono state uccise».

In particolare, Joaquín si commuove ricordando Frankie, 20 anni nel braccio della morte prima di morire per un cancro non adeguatamente curato: «Era solo, senza amici, senza parenti, senza lettere da fuori. Gli mostravo le cartoline che ricevevo da mezzo mondo e gli descrivevo le città europee. Era stato condannato per lo stupro di una ragazzina di dieci anni, chiedeva di fare il test del dna per dimostrare la sua innocenza, ma la risposta era sempre: “Perché spendere soldi per un assassino?”». Frankie era un malato psichico, viveva con le catene ai polsi e ai piedi: «Quando urlava per le crisi, le guardie lo picchiavano. Sentivamo vibrare le pareti per i colpi, poi finiva in infermeria. Poi non lo abbiamo più visto, pensavamo fosse stato ucciso, finché l’ho rivisto in infermeria, scheletrico, non mi riconosceva, malcurato e agonizzante per un cancro».

Una volta morto, gli avvocati ottennero di fare il test del dna: risultò innocente. «La malattia psichica», spiega Joaquín, «è molto comune nei bracci della morte. Al terzo anno, anch'io stavo iniziando a parlare da solo. Vivi in attesa che nel cuore della notte vengano a misurati il cranio o a darti il rasoio per raderti la caviglia, dove metteranno il laccio della sedia elettrica».

«Ma io», aggiunge, «sono stato un privilegiato; nei tre anni nel braccio ho avuto il sostegno di molti, dal Re di Spagna al Papa, dal Parlamento Ue a tante associazioni, come Sant’Egidio, e cittadini comuni. La mia famiglia, un’eccezione rispetto a quelle di molti detenuti, ha potuto pagare un buon avvocato e dei consulenti scientifici che hanno ottenuto la revisione del processo. I soldi purtroppo contano molto».

Stesso giudice, stessa aula: dopo cinque anni di detenzione e tre nel braccio della morte, Joaquín viene riconosciuto innocente. Liberato, torna in Spagna. «In carcere non esisteva uno specchio, ho scoperto allora come ero cambiato, avevo i capelli brizzolati. Il console spagnolo, venuto per accogliermi, mi ha chiesto cosa volevo mangiare. Sono scoppiato in lacrime. In carcere non avevo mai potuto scegliere nulla».

Infine, “l’ex condannato a morte” racconta il suo giorno più difficile da quando è stato liberato: «Alcuni anni dopo, mio padre stava andando a vedere la partita Real Madrid-Valencia e venne ucciso in un incidente stradale da un diciassettenne. Ero arrabbiato, nel corridoio dell’ospedale dissi: “Vado e lo uccido”. Mia madre mi scosse e mi rispose: “Non hai imparato niente!”. Ecco, scegliere di perdonare quel ragazzo è stata la cosa più difficile degli ultimi anni, ma l’ho fatto e questo ci rende migliori».


 ALSO READ
• NEWS
October 19 2017

THANKS to all those who signed the appeal for Anthony Shore: his execution was stopped tonight. Let's keep signing the appeal

IT | EN | DE
October 10 2017

On 15th World Day Against the Death Penalty let us visit the poorest convicts in Africa

IT | EN | DE | ID
April 4 2017

Let's ask to stop the 8 executions planned in Arkansas by April. Sign the Appeal!

IT | EN | DE
February 9 2017
PHILIPPINES

Sant'Egidio expresses solidarity with the Catholic Bishops Conference of the Philippines for the struggle against death penalty

November 30 2016

Celebrating all over the world Cities for Life: Give a look to the events. Follow us! Streaming h.6,30pm 1GMT

IT | EN | ES | DE | FR | PT | CA | ID
November 25 2016

On November 30th join the World Day of the Cities for Life against the death penalty

IT | EN | ES | FR | PT | CA | ID
all the news
• PRINT
February 19 2018
Vaticannews

Appello della Chiesa Usa per salvare la vita di due condannati a morte

December 2 2017
Corriere della Sera - Ed. Roma

Al Colosseo artisti contro la pena di morte

November 30 2017
Corriere della Sera - Ed. Roma

Live contro la pena di morte

November 29 2017
SIR

Pena di morte. Impagliazzo (Comunità Sant’Egidio), “difendere la vita di un condannato è difendere la vita di tutti”

November 29 2017
Notizie Italia News

Per un mondo senza pena di morte. #PENADIMORTEMAI

November 28 2017
Radio Vaticana

Sant'Egidio: tutelare la vita di un condannato è difendere la vita di tutti

the entire press review
• EVENTS
November 28 2017 | ROME, ITALY

10th Int'l Congress of Justice Ministers ''A World without the Death Penalty''

ALL PRAYER MEETINGS FOR PEACE
• NO DEATH PENALTY
September 24 2015

Pope Francis calls on Congress to end the death penalty. "Every life is sacred", he said

March 12 2015
Associated Press

Death penalty: a look at how some US states handle execution drug shortage

March 5 2015
Associated Press

Nitrogen gas executions approved by Oklahoma House

February 28 2015
Reuters

Australian PM strikes conciliatory note over Indonesia executions

February 28 2015
AP

US Supreme Court won't lift stay in Florida execution

February 25 2015
Reuters

Saudi court gives death penalty to man who renounced his Muslim faith

February 21 2015
AP

New Oregon governor will continue death penalty moratorium

February 15 2015

Archbishop Chaput applauds Penn. governor for halt to death penalty

go to no death penalty
• DOCUMENTS

Vice President Mnangagwa: Zimbabwe's steps toward the abolition of the death penalty

Mario Marazziti: rifiutare la logica della pena di morte per non cedere alla trappola del terrore

Statement by Minister J. Kamara on the death penalty in Sierra Leone

Cambodian Minister of Justice, Ang Vong Vathana: Cambodia as a model of Asian country without the death penalty

Rajapakshe, Minister of Justice: Sri Lanka to protect the right to life, against the death penalty

Tanni Taher: the commitment of Sant'Egidio against the death penalty in Indonesia

all documents

VIDEO PHOTO
2:
Malawi contro la pena di morte
4:01
Cities for life: da Roma al mondo contro la pena di morte

492 visits

556 visits

513 visits

494 visits

537 visits
all the related media