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18 Enero 2013

Quelle candele contro la notte del Male

In cammino dal Comune alla sinagoga. Il rabbino e il vescovo: stop al rischio che l'orrore si ripeta

 
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LIVORNO. Sei candele accese in ricordo dei sei milioni di ebrei che persero la vita nei campi di concentramento hanno danzato sul candelabro a nove braccia che viene acceso durante l'Hanukkah, festa ebraica delle luci. Candele accese per voler rendere ancora vivo e vivido il ricordo di quel periodo nero della storia mondiale. Diciassette cartelli con i nomi dei campi di sterminio tedeschi alzati al cielo da tanti bambini e circa 350 livornesi scesi in piazza in ricordo dei 120 ebrei livornesi deportati. Ieri pomeriggio Livorno ha regalato un momento di grande vicinanza e sensibilità, in centinaia hanno deciso di partecipare alla "marcia della memoria" che rientra nelle iniziative per il "Giorno della memoria".

È stato un corteo multietnico, composto da tanti bambini. Si sono ritrovati tutti in piazza del Municipio alle 16, gente comune, istituzioni, rappresentanze religiose, associazioni, capitanati dalla Comunità di Sant'Egidio di Livorno e dalla Comunità ebraica che hanno reso possibile questa iniziativa. A collaborare anche la Diocesi, il Comune, la Provincia, l'Istoreco e il Cedomei. Sul palco, il prefetto Tiziana Costantino ha ricordato l'importanza della nostra Costituzione che «ci insegna la dignità dell'uomo». Per l'assessore provinciale alle politiche comunitarie Monica Mannucci «dobbiamo imparare dal passato e creare una società che punti alla persona e alla sua dignità ».

L'assessore comunale alla cultura Mario Tredici ha ricordato i nomi degli ebrei livornesi che «hanno fatto grande la storia nazionale e internazionale come Amedeo Modigliani, Elia Benamozegh e Uberto Mondolfi. A loro si affianca il ricordo di chi si oppose allo sterminio come Mario Canessa e don Roberto Angeli ». Poi il corteo, capeggiato da uno striscione con scritto "Non c'è futuro senza memoria", ha fatto tappa nei luoghi dove sono state poste le quattro "pietre d'inciampo" realizzate dallo scultore tedesco Gunter Demnig, presente alla marcia. Sulle pietre, circondate da una cornice di fiori bianchi, sono state depositate rose e petali, tra la commozione dei presenti. Sosta anche davanti alla Chiesa dei Valdesi, con gli interventi dei pastori Lidia Giorgi, della chiesa battista e Klaus Langeneck, di quella valdese.

Ultima tappa davanti alla Sinagoga, qui ogni intervento delle autorità è stato preceduto dall'accensione di sei candele del candelabro a nove braccia. Sono intervenuti Anna Ajello, presidente della Comunità di Sant'Egidio di Livorno, Vittorio Mosseri, presidente della Comunità ebraica. Il rabbino Yair Didi con forza sottolinea che «gli ebrei sono stati portati a morire senza colpa: queste pietre siano una testimonianza indelebile». Il vescovo Simone Giusti invita alla riflessione e mette in guardia: «Ben vengano momenti come questi perché rendono vivo il ricordo in un mondo dove c'è il rischio che eventi simili si ripetano».


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