Estate meno sola per i poveri e gli ultimi di Napoli. Parte dal mercato ortofrutticolo all'ingrosso, di via Fascione a Pozzuoli, la solidale catena alimentare, perché i "ragazzi" del carcere minorile di Nisida, in uno con i volontari della Comunità di Sant'Egidio, possano preparare pasti e panini per bisognosi e senza fissa dimora.
«Ogni giorno di attività, nella tarda mattinata, spiega un commissionario dell'esercizio flegreo, c'è merce in più di buona qualità che non riusciamo a vendere : frutta, ortaggi, legumi e quant'altro, di cui forniamo la Comunità di Sant'Egidio, che la viene a ritirare». Segue, quindi, il "passaggio" dei prodotti ricevuti in
beneficenza, alle mani professionali dello chef don Peppino, che opera alla cucina dell'istituto penale di Nisida da 38 anni (tiene a sottolineare), quale unica guida di tanti "ragazzi" : attualmente sono 50 i baby - detenuti, che da circa un anno e mezzo, da quando cioè è cominciato il progetto, sono "entrati" appunto in cucina, preparando ogni venerdì 100 pasti (tra cui la "margherita"), e 100 panini, per le fasce più deboli, per i più bisognosi.
Una rete umana di solidarietà
«Una rete umana, di forte solidarietà, che è molto importante, afferma una rappresentante della Comunità di Sant'Egidio. Un'iniziativa sul campo che aiuta i ragazzi ospiti di Nisida a sentirsi bene, ad impegnarsi concretamente per gli altri, i senza fissa dimora che vivono intorno alle stazioni di Campi Flegrei, Mergellina, eccetera». Una rete di solidarietà, dunque, che viene esplicitata fattivamente non solo durante le festività di Natale, ma anche in questo periodo di ferie estive, quando l'alienazione per gli anziani, per gli indigenti, gli emarginati, è diventata purtroppo una triste, angosciante routine. Ma i "ragazzi di Nisida" non si fermano qui, a supportare questa rete di bisogni alimentari essenziali, verso poveri e senza fissa dimora. Uno di loro, infatti, ha pensato bene di adattare un barattolo a "salvadanaio", in cui raccogliere le "offerte" di operatori e volontari della Comunità di Sant'Egidio, per poi devolvere il tutto in favore degli "ultimi di Napoli".
Gennaro D'Orio
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