La metropoli adagiata sul mare si accende di colori, forse troppi: ma si sa che i bambini spesso non hanno il senso della misura e della discrezione, per così dire cromatica, e così l'antica P artenope che viene fuori da quei murales in via Galimberti (una volta via Bakù) a Scampia, è un trionfo di luci colorate con il suo simbolo più vi sto so a fare da sfondo: un Vesuvio, in veste amichevole, che sembra strizzare l'occhio ai suoi visitatori. E non a caso sotto questa immagine da metropoli sorella, dopo una confabulazione durata qualche minuto, viene scritto a grandi caratteri «Napoli, città per tutti». E quella che vorrebbero i bambini che partecipano alle Scuole della Pace della Comunità di Sant'Egidio che, come tutti, festeggiano l'anniversario dell'Unità d'Italia ma con qualche variante di grande significato. Titolo della celebrazione «Fratelli d'Italia... nel paese dell'Arcobaleno»: tre giorni dedicati al tema «fare pace» con attività ludiche, educative e laboratoriali.
Ed è quell'Arcobaleno a fare da filo conduttore, quella lunga striscia multicolore che qui simboleggia una comunità multietnica di cui è composta la nostra società dove tutti, sottolineano con forza quelli della Comunità di Sant'Egidio, devono poter trovare pari diritti e dignità. E la festa per l'Unità d'Italia diventa a Scampia, con decine di bambini napoletani, italiani e rom, la festa della pace e della fratellanza. Tutti insieme a disegnare una città che non vuole steccati. Divisi in gruppi, ognuno con il suo colore, verde, bianco e rosso, i bambini, dai 5 ai 12 anni, fanno un omaggio all'Italia unita disegnando i monumenti più belli e famosi concentrando poi l'attenzione sulla città di cui dimostrano di conoscere molto bene luoghi e manufatti. Senza tralasciare la squadra del cuore che per tutti è, naturalmente, il Napoli.
E non poteva essere diversamente, si evidenzia, dal momento che i bambini rom non solo sono nati nella nostra città ma a loro volta sono figli di genitori che qui sono venuti alla luce. E che qui, fa rilevare Enzo Somma, coordinatore delle Scuole della Pace, devono trovare una risposta a una serie di drammatici problemi come la depauperazione materiale e culturale, l'assenza di prospettive e un vuoto di proposte.
In questa ottica le Scuole della Pace, nate alcuni anni fa in luoghi dove si concentrano maggiormente povertà, devianza e gang giovanili, propongono diverse attività, soprattutto pomeridiane, a cominciare dal doposcuola; ma anche momenti culturali e ludici, escursioni, visite guidate, vacanze estive; e sempre, si ribadisce, nel rispetto delle diversità. Oltre a Scampia, le scuole sono alla Sanità, ai Quartieri Spagnoli, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio, Centro Storico. Più di 250 i bambini che frequentano queste particolari aule dove l'aiuto alla scolarizzazione è il punto di partenza di un complesso processo educativo che coinvolge, ovviamente, anche le famiglie. Un processo, ricorda Antonio Mattone, della Comunità di Sant'Egídio, che ha un altro suo punto di forza nell'integrazione, perché studiando, giocando e facendo varie attività insieme, nel segno della pace, si afferma non solo l'idea di un destino comune ma anche di un futuro diverso che non sia quello caratterizzato da una perenne precarietà. E questa «Napoli città per tutti», che viene raffigurata in mille colori, si rivela anche un appello alle istituzioni a non fare delle periferie degradate una sorta di corpo estraneo alla metropoli che cerca un suo rilancio.