NOVARA (stg) Case di riposo in questo caso prettamente novaresi, della città. Capire quale sia la situazione, come vengono gestite e quanto il Comune agisca per la loro migliore funzionalità. A occuparsi di questa realtà è l'assessore Elia Impaloni.
Com'è la situazione case di riposo a Novara?
«Il comune di Novara ha in convenzione soltanto l'istituto De Pagave, con un'integrazione della retta, vale a dire cercare di dare un mano quando si tratta di pagare il conto, un ostacolo il più delle volte. Poi esistono strutture al completo, con una lista d'attesa e altre con posti vuoti; qui subentra Asl, che a seconda della disponibilità integra una parte di retta, come il comune ad esempio integra la parte che copre le spese alberghiere. I cittadini possono comunque recarsi allo sportello anziani per ogni informazione, operativo in comune dal 4 ottobre».
Come funziona l'assistenza domiciliare?
«Il comune come assistenza domiciliare ha dei criteri, seguendo una quota di compartecipazione o una partecipazione totale, secondo una valutazione dell'anziano; viene dato un punteggio da una commissione, composta da Asl e da un rappresentante del comune, un assistente sociale, e in base ai punti si valuta se può restare a casa o andare in una casa di riposo. A Novara l'ente "Nuova assistenza" ha vinto una gara d'appalto e dal primo settembre, tramite i propri dipendenti specializzati in assistenza anziani, è operativo sul territorio.»
Avete qualcosa in programma, delle nuove sfide che vi siete posti?
«L'idea è quella di fare uno step successivo, ovvero saper potenziare l'assistenza agli anziani e migliorarne la qualità. Molto importante il progetto "Viva gli anziani" della comunità di Sant'Egidio: da due anni a Novara si cerca di mantenere l'anziano a casa con un sostegno dei volontari e il comune lo appoggia in pieno».
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