C'è un quadro dedicato all'Uva di Taranto e uno sul lavoro, un dipinto sulla Primavera Araba e uno sulla caduta del Muro di Berlino, «ferita per tutto il mondo». Ci sono le opere che invitano alla speranza, come «Insieme è meglio» di Natalina De Prosperi, che ha scelto i colori di un paesaggio invernale per suggerire all'osservatore che solo con gli altri si riescono a superare le difficoltà. E poi c'è il bellissimo «Rivolta », di Raffaella e Salvatore, che da solo riassume il senso della mostra: di fronte alla crisi bisogna trovare il «coraggio di una rivolta spirituale ». Ruotano tutte attorno alla difficile congiuntura economica e alle modalità per venirne fuori le opere - tra quadri, sculture e installazioni - realizzate da persone disabili ed esposte fino a domenica prossima presso il centro «Exp'Ostia», sul litorale romano, appunto. «La crisi/le crisi» è il titolo dell'esposizione, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio di Ostia e da Roma Capitale con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Gli autori sono oltre settanta persone con diversi tipi di disabilità, dai 20 ai 60 anni di età, che da un biennio circa lavorano sul tema della crisi economica nel laboratorio d'arte della Comunità al civico 7 di via Baffigo, nonché nei laboratori di altre associazioni presenti sul territorio: Anffas, Cooperativa Futura, Progetto Colonna, Presenza Sociale, Il Nostro Focolare onlus. «I nostri laboratori hanno una storia molto lunga, sono nati nei primi anni Novanta - spiega Simona Rampa, responsabile della struttura di Ostia di Sant'Egidio -. Si fa arte, che abbiamo scoperto essere un canale di comunicazione alternativo per chi non ha la possibilità di usare la parola, o comunque non riesce a esprimere al meglio i suoi sentimenti attraverso la parola».
Tra gli artisti della Comunità c'è chi non è in grado di articolare suoni e chi ha difficoltà a muoversi. Ma con il pennello e i colori sa compiere meraviglie. «Abbiamo scoperto che esiste un pensiero complesso e articolato anche in persone gravemente disabili. Attraverso l'arte riusciamo a far emergere il loro mondo interiore, che altrimenti rimarrebbe nascosto», sottolinea Rampa. E parla di «arte relazionale»: nei laboratori di Sant'Egidio, infatti, «si parla e si ascolta, ci si confronta su un tema, e solo dopo si realizzano i quadri o le installazioni». Opere che, dawero, non hanno nulla da invidiare a quelle dei più noti artisti contemporanei. «Alcune delle persone disabili che frequentano la nostra struttura hanno esposto al Quirinale - rivendica Rampa -. E qualcuno è stato parte della video installazione di César Meneghetti alla Biennale di Venezia di quest'anno». Il confine di Ostia è stato superato. «E siamo riusciti a superare - conclude la responsabile -anche i limiti che ciascuno di noi poteva porsi».