| 20 Diciembre 2014 |
Povertà, il picco dei senza fissa dimora |
L'allarme di Sant'Egidio: 4.500 persone vivono in strada o in alloggi di fortuna, cresce del 2% il numero dei disagiati. Sdegno del presidente della Comunità dopo Mafia Capitale: «La città e le istituzioni dovrebbero scusarsi con i bisognosi» |
|
L'EMERGENZA
«Si chieda scusa ai poveri e ai rom». Dovrebbe farlo la città tutta, chi la vive e chi la governa - è l'invito della comunità di Sant'Egidio - perché sono stati usati piuttosto che aiutati, come ha rivelato l'inchiesta sulla mafia capitale. Scusa perché sulla povertà c'è chi ha provato ad arricchirsi, «per tutto ciò che è stato sperperato a partire dai fondi che erano destinati alla soluzione dei loro problemi. Nessuno finora nella nostra città si è scusato», si rammarica il presidente Marco Impagliazzo. Eppure di aiuti ce ne vorrebbero di più, la povertà è in aumento in tutto il paese così come a Roma.
I NUMERI
Nell'ultimo anno è aumentata del1'1,9 per cento la percentuale di chi vive di poco, non riesce a mangiare tre volte al giorno, fatica a pagare l'affitto, non si cura. Povertà assoluta, la chiamano così. A Roma raggiunge questa soglia una famiglia composta da due anziani con 950 euro al mese. «Bisogna fermare la cultura che si sta diffondendo, quella che identifica la povertà con il degrado - aggiunge Impagliazzo - non bisogna difendersi dai poveri ma difenderli». C'è chi - e sono sempre di più - una casa nemmeno ce l'ha, in questi casi si parla di povertà estrema. A Roma le persone senza fissa dimora sono 7.800, secondo la stima dell'Istat del 2011. Durante l'inverno sono 2.760 quelle che trovano riparo presso i centri di accoglienza del Comune, le parrocchie e le associazioni di volontariato. Tutti gli altri restano per strada, ogni notte è una scommessa. Circa 2.500 dormono sotto il cielo, e duemila vivono in alloggi di fortuna.
Nel 2014 sono aumentati e di molto i posti nei centri di accoglienza per rifugiati, passando da 250 a 2.500, in seguito al programma Sprar che ha visto Roma tra le città più impegnate nell'ospitalità. E anche la rete di solidarietà è cresciuta, le associazioni che svolgono servizi in strada sono adesso 37, 2 in più dello scorso anno. Come è indicato nella cosiddetta guida Michelin dei poveri, curata ormai da 25 anni da Sant'Egidio e presentata ieri, a Roma ci sono 31 mense, 41 centri dove poter dormire, 32 dove potersi curare. Il 25 dicembre e durante le feste saranno organizzati 108 pranzi per circa 15mila ospiti, duemila solo a Trastevere.
L'INCHIESTA
Ha rivelato i tentativi di speculare sul disagio e deve far riflettere su come viene inteso oggi il lavoro sul sociale. «Noi speriamo che non vengano colpiti i lavoratori onesti - sostiene Impagliazzo - però bisogna chiedersi: ci sono ancora le motivazioni iniziali, fondate sui valori della solidarietà? E rispetto all'assistenza agli anziani fatta in maniera veramente precaria, quanti soldi vengono spesi? E come?». Mentre i poveri aumentano, il lavoro di chi vorrebbe aiutarli si complica. «C'è una nuova disposizione da parte delle Ferrovie dello Stato - afferma il presidente - che tende a impedire la distribuzione di cibo o vestiario sui piazzali delle stazioni». Nessun divieto, replica Fs, «è stato solo chiesto alle organizzazioni un maggior coordinamento nella distribuzione dei pasti, a volte le iniziative si accavallano creando nelle stazioni problemi di assembramento di persone disagiate».
Maria Lombardi
|
|
|