Oltre 900 persone, ieri sera, si sono raccolte nel Memoriale della Shoah. Da diciotto anni la Comunità di Sant'Egidio riunisce le voci dei testimoni e le intona ai canti dei giovani delle scuole milanesi, per ricordare il convoglio partito da questi sotterranei gelidi il 3o gennaio del 1944 diretto ad Auschwitz. Il convoglio con cui partì Liliana Segre, una delle ultime testimoni ancora viventi dello sterminio.
Furono loro, la comunità di Sant'Egidio e Liliana Segre, a rompere il muro di silenzio che per decenni aveva nascosto alla città ciò che nella pancia della Stazione era avvenuto: per quasi due anni nell'indifferenza di tanti qui vennero caricati su carri bestiame uomini, donne, bambini, ebrei e dissidenti politici. «L'indifferenza non è finita ha detto ieri il rabbino Alfonso Arbib E un istinto naturale, è molto comoda».
A questo servirà il Memoriale, ha aggiunto il vicepresidente della Fondazione, Roberto Jarach: «Questo luogo ha due anime, una storica, il Memoriale con i binari. E una viva, cioè la biblioteca e il sistema multimediale che dovrà consentire alle future generazioni di conoscere». Platea commossa, poi, dalle parole di Claire Ly, sopravvissuta cambogiana allo sterminio compiuto dagli lana rossi tra il 1975 e il 1979. 11 coro degli studenti del Tito Livio ha fatto da contrappunto al solista rom Jovica Jovic. Tra gli ospiti anche Floriana Maris dell'Associazione deportati, la «parte dell'Italia che non fu indifferente».