Il 9 novembre scorso, mentre a Berlino si celebravano i 25 anni della caduta del Muro, Papa Francesco all'Angelus, dalla finestra dell'appartamento pontificio, faceva appello affinché cadessero «tutti i muri che ancora dividono il mondo». All'umanità, oggi, «servono ponti, non muri», aveva detto. Ed è un po' questo il messaggio che oggi il Pontefice porterà anche nel cuore dell'Europa, non più divisa da quel muro - simbolo di contrapposizione ideologica e militare al suo interno - ma, a giudizio di tante voci della Chiesa cattolica, troppo chiusa in sé stessa, troppo ripiegata sui conti, sul rigore dei bilanci, sull'«eurocrazia».
Bergoglio arriverà a Strasburgo questa mattina alle 10 per una visita-lampo, il quinto viaggio all'estero del suo pontificato e il più breve mai fatto da un Papa (meno di quattro ore sul suolo francese), in cui parlerà sia al Parlamento Europeo che al Consiglio d'Europa. E lo farà 26 anni dopo Wojtyla, che alle istituzione europee di Strasburgo si recò in visita nell'ottobre 1988, quando quel Muro, a Berlino appunto, era ancora in piedi.
Allora Giovanni Paolo II aveva indicato come campi di missione per l'Europa-unita la custodia del creato, la solidarietà verso migranti e rifugiati e la ricostituzione di una visione integrale dell'uomo. Temi che ricorreranno anche nella visita di Papa Francesco, intenzionato a rinnovare all'Europa íl suo richiamo a «non chiudersi», a non sbarrare la porta ai migranti e profughi che scappano dalla fame e dalle guerre, a non cedere alla «cultura dello scarto» che emargina poveri, disoccupati, anziani. A non vedersi - ha detto lo storico della Chiesa Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio - «come un'isola nel mondo globalizzato».
C'è molta attesa per i due discorsi che Francesco terrà all' Europarlamento - l'assemblea elettiva dei 28 Paesi dell'Ue - e al Consiglio d'Europa - rappresentativo invece di 47 Paesi - organismo allargato anche all'Est ex-sovietico. Ma in testa ci saranno i temi della coesione tra i popoli, della solidarietà verso i più deboli, della lotta alla povertà, della pace oggi seriamente minacciata proprio ai confini del Vecchio Continente.
Il Papa, tra misure di sicurezza imponenti, arriverà al Parlamento Europeo alle 10.35, accolto dal presidente Martin Schulz. Quindi, dopo la breve cerimonia, la firma del Libro d'Oro e lo scambio dei doni, alle 11 si intratterrà a colloquio con Schulz, alla presenza di due delegazioni ristrette. Alle 11.15 l'ingresso nella sala riunita in sessione solenne, con discorso di Schulz e quello del Pontefice.
Intanto, ieri è durata tre ore la riunione del Papa con i capidicastero, che aveva all'ordine del giorno la discussione di alcune proposte del. Consiglio dei cardinali (C9) per la riforma della Curia. Erano presenti, ha informato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, tutti gli aventi diritto (prefetti e presidenti di Congregazioni o Pontifici consigli).
Fausto Gasparroni
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