| 24 Febbraio 2011 |
«La libertà religiosa nelle Costituzioni arabe» |
Il ministro Frattini a Sant’Egidio: un principio da tutelare nei Paesi che ora chiedono la democrazia |
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I nserire il principio della libertà religiosa nelle nuove costituzioni che si stanno preparando nelle transizioni verso la democrazia nel mondo arabo sarebbe «un valore aggiunto, un trionfo dei diritti della persona umana». È quanto ha auspicato ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo nella sede romana della Comunità di sant’Egidio al convegno «Agenda della Convivenza. Cristiani e musulmani per un futuro insieme».
Nella stessa circostanza, Frattini ha confermato che in Egitto vanno avanti le indagini sulla strage dei cristiani copri di Alessandria e che si rafforza l’ipotesi del coinvolgimento nel complotto di elementi del deposto governo Mubarak, con l’obiettivo di creare le premesse per una ulteriore stretta sulla sicurezza. In particolare, dal colloquio di martedì al Cairo con il generale Tantawi, capo del consiglio supremo dei militari, proprio l’ex-ministro degli interni Shafiq avrebbe «tollerato o addirittura incoraggiato» l’azione terroristica del 31 dicembre.
Tornando al principio della libertà religiosa, il titolare della Farnesina ha sottolineato che un simile sviluppo, non imposto dall’Unione Europea o dall’Occidente ma scelto dal basso, «impedirebbe la fuga dei cristiani dal Medio Oriente». Rispetto all’attuale spinta verso la democrazia che viene dal mondo arabo, il ministro ha aggiunto che «più si ha democrazia, più le libertà di tutte le religioni vengono rispettate».
A proposito dell’esperienza dei cristiani nella regione, monsignor Ghaleb Bader, arcivescovo di Algeri, nel suo intervento al convegno centrato sul tema della solidarietà, ha sottolineato che proprio i cristiani «sono sempre stati in prima fila in tutti i campi sociali, educativo, artistico, linguistico» e che «questo ruolo è riconosciuto da parte dei loro concittadini musulmani», favorendo così anche la comprensione e il dialogo.
Alle «grandi radici spirituali» delle due religioni ha fatto invece riferimento il patriarca copto cattolico di Alessandria, cardinale Antonios Naguib, che ha individuato quattro «solidi terreni di incontro e di cooperazione » tra cristiani e musulmani: il monoteismo, la Vergine Maria, la rivelazione divina, la vita eterna e Abramo. Grazie anche a questi fondamenti, «malgrado le diverse concezioni dell’uomo, dei suoi diritti e della libertà» cristiani e musulmani, secondo Naguib, possono «trovare insieme le basi chiare e precise di un’azione comune per il bene delle nostre società e dei nostri Paesi».
Un elogio all’iniziativa di Sant’Egidio è venuta dal Hasan Shafie, inviato del Grande Imam cairota di al-Azhar: «Una giornata come questa – ha detto – aiuta nella conoscenza reciproca. Un proverbio arabo dice: sono nemico di chi non conosco».
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