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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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12 Settembre 2011 09:00 | Residenz, Kaisersaal

“Lo Spirito di Assisi : 25 anni di storia” di Rev. Gijun Sugitani



Gijun Sugitani


Scuola Buddista Tendai, Giappone

Presidente,
Rappresentanti delle varie religioni,
Signore e Signori,
è per me un grande onore avere l’opportunità di parlarvi.

Questo è un anno commemorativo: il 25° anno da quando i rappresentanti delle religioni del mondo si sono riuniti ad Assisi e hanno pregato insieme per la pace del mondo.
Ricordo ancora in modo chiaro il 27 ottobre 1986: la piazza di fronte alla chiesa di San Francesco, situata in cima alla collina di Assisi, dove, circondati dal verde degli ulivi italiani, si respirava un’atmosfera tesa, ma allo stesso tempo di eccitazione silenziosa. Quel giorno l’aria era tersa, ma faceva un freddo invernale.

Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, che dal centro del palco, parlò dello Spirito di Assisi a tutti i rappresentanti delle religioni del mondo, che erano accorsi da tutti gli angoli della terra.
Quello che segue, è un breve sunto:

• se il mondo continuerà a esistere e se gli uomini e le donne continueranno a sopravvivere, allora sarà impossibile senza la preghiera
• non possiamo pregare con un metodo comune, ma possiamo stare vicino alla persona, quando questa prega
• è vitale far sapere a tutto il mondo che esiste un altro modo per ottenere la pace, non solo con i compromessi diplomatici, politici o accordi economici. Ciò che è necessario è la preghiera sincera ed umile.
• Seguiamo le nostre proprie tradizioni religiose e ci siamo qui riuniti con la consapevolezza dell’unicità di ciascuna delle fedi, quindi non dobbiamo nascondere le nostre differenze. Piuttosto, è importante riscoprire come la propria fede e le altre fedi portino alla pace.
• La pace è un dovere comune a tutti. La si ottiene con le piccole azioni nella nostra vita quotidiana. Ed è per questo che vorremmo affidare questo movimento per la pace ai nostri giovani. Spero che i giovani possano darci la forza per condurre via l’umanità da una strada sbagliata e cambiare la storia.
•La pace non è un obiettivo solamente dei singoli, ma lo è anche per i Paesi. Ogni Paese deve costruire le basi per poter creare la pace.  Ecco perché coinvolgeremo attivamente i capi di stato e le organizzazioni internazionali.

Dopo il discorso del Papa, i rappresentanti delle varie religioni sono stati chiamati in ordine alfabetico per fare ognuno una preghiera. Quando è arrivata la volta delle varie tradizioni cristiane, vi erano i rappresentanti dei gruppi protestanti, gli ortodossi e la chiesa anglicana, ma il Papa non si è messo dinanzi a loro. L’immagine del Papa che rimaneva mezzo passo dietro a questi rappresentanti, pregando in silenzio insieme a loro, è stata particolarmente suggestiva. Era come se esprimesse esattamente lo Spirito di Assisi.

In risposta all’invito del Papa, lo Spirito di Assisi è passato nelle mani di giovani della Comunità di Sant’Egidio.
Infatti, a partire dall’anno successivo a Roma, la Comunità ha organizzato ogni anno l’Incontro per la Preghiera per la Pace in numerose città europee e ha continuato questa attività per 25 anni senza alcuna interruzione.
Vorrei esprimere infatti il mio più profondo rispetto per la loro passione per la pace.

Dall’altra parte, il Venerabile Etai Yamada, l’allora capo spirituale del Buddhismo Tendai, venne invitato all’Incontro per la Preghiera per la Pace ad Assisi e lo ha apprezzato moltissimo.
E per portare avanti lo Spirito di Assisi, propose di organizzare nel mese di agosto dell’anno successivo, un incontro per la preghiera per la pace presso il Monte Hiei, in Giappone, invitando i vari rappresentanti dei gruppi religiosi del mondo.
Il Monte Hiei è una montagna sacra ed è chiamata la “montagna madre” del Buddhismo giapponese.
Egli propose anche che tutte le religioni giapponesi divenissero gli ospiti e gli organizzatori di questo incontro. Ed è così che lo Spirito di Assisi è stato portato anche in oriente.

Vorrei qui riportare una frase di Saicho, il fondatore del Buddhismo Tendai, che fondò questa scuola presso il Monte Hiei poco più di 1200 anni fa.

“Non si può catturare un uccello con una sola maglia della rete.
Una sola denominazione della religione non è sufficiente per catturare tutti.”

Questo significa che come noi non siamo in grado di catturare un uccello con una sola maglia della rete, non possiamo pensare di poter salvare tutte le persone con una singola denominazione religiosa.
Saicho riconobbe l’esistenza di altre religioni e fondò il Buddhismo Tendai perché si rese conto che molte persone erano alla ricerca dei suoi insegnamenti.
Un grande maestro buddhista cinese, Zhiyi, di cui Saicho studiò gli insegnamenti, disse:

“Una singola sezione della maglia di una rete non potrà catturare un uccello,
ma per catturare un uccello, serve una sola maglia”

Significa che se la trama della rete fosse fatta da una sola maglia, non saremmo in grado di catturare nemmeno un uccello, ma se vediamo l’uccello catturato, vediamo che è stato catturato da una sola parte della trama.
Significa quindi che il Buddhismo Tendai riconosce le altre religioni e i loro valori, ma questo non significa sincretismo.
Crediamo che ogni gruppo religioso debba ricercare la pace e “liberare” le persone con i propri sublimi e peculiari propositi religiosi. Questo equivale allo Spirito di Assisi. Ed è per questo che quando il Venerabile Maestro Yamada ascoltò il discorso di Sua Santità, concordò immediatamente e si mosse per promovere l’Incontro per la preghiera per la pace presso il Monte Hiei.

Il 4 agosto del 1987, in una stagione diversa da quello dell’Incontro di Assisi, i rappresentanti delle varie religioni del mondo pregarono sotto il sole di agosto.
Sua Santità il Papa inviò il Cardinal Arintze, l’allora Presidente del Pontificio Consilio per il Dialogo Interreligioso, a questo incontro, insieme ad un Suo messaggio.
Nel Suo messaggio il Papa ha enfatizzato l’importanza delle preghiere per la pace, concludendo che “ogni persona deve mantenere la sua fede e pregare per la ricerca della pace. Senza la preghiera non si realizzerà il mondo della pace”. E vide anche l’importanza di perseguire lo Spirito di Assisi.
Quel giorno, il messaggio lanciato dal Monte Hiei a tutto il mondo fu: “Che il nostro incontro qui per pregare per la pace sia di esempio e sia seguito e si ripeta anche in altri posti del mondo, e che il grande dono della pace, alla quale anela tutta l’umanità, arrivi durante il nostro tempo”.
Da quel momento, gli Incontri per la Preghiera per la Pace presso il Monte Hiei si ripetono ogni anno, come era stato sperato nel messaggio. E l’anno prossimo sarà il 25° incontro.

Come ho già spiegato, lo Spirito di Assisi è passato in mano alla Comunità di Sant’Edigio e ai gruppi religiosi giapponesi. Sono state fatte preghiere per la pace sia in Europa che in Asia.
Durante questi 25 anni, il mondo è cambiato notevolmente.
E’ crollato il muro di Berlino. La guerra fredda ha visto la sua fine grazie al dissolvimento dell’Unione Sovietica. E proprio per questo le persone si aspettavano che la pace arrivasse da un momento all’altro. Tuttavia, sono emersi altri problemi che hanno minato la pace del mondo, problemi come l’intensificarsi dei conflitti etnici, e dei conflitti tra il nord e il sud, l’aggravarsi del problema del surriscaldamento globale in varie parti del mondo. Nei conflitti etnici in particolare, l’antagonismo preesistente è diventato ancor più grave anche per le differenze religiose esistenti.

Ad esempio nel 1991 è scoppiata la guerra civile nella regione della Bosnia Herzegovina. In questa regione il 43% delle persone erano musulmani bosniaci, mentre il 31% erano serbi ortodossi, il 17% erano croati cattolici e gli altri erano ebrei o di altri credi. Ognuno dei gruppi etnici rivendicava i propri privilegi.
Le differenze religiose hanno esacerbato ancor di più i conflitti, che sono sfociati in pulizie etniche. Di fronte a questa situazione, i leader delle religioni si mossero. Infatti i rappresentanti islamici, dei serbi ortodossi e degli ebrei si riunirono e pubblicamente spiegarono l’importanza del rispetto verso le altre religioni e della convivenza. Immediatamente dopo, venne istituito un concilio per promuovere un dialogo tra questi 4 gruppi religiosi e riuscirono a dare un’influenza positiva volta alla fine della guerra civile. Proprio in quell’occasione dimostrarono lo Spirito di Assisi.
Nell’agosto del 2007 i bambini della Bosnia Herzegovina hanno partecipato al 20° Incontro per la Preghiera per la Pace presso il Monte Hiei. Tra questi, una bambina ha fatto un disegno sulla pace ed era un disegno veramente impressionante. Infatti in questo disegno c’erano sia una chiesa cattollica, una moschea islamica e una sinagoga ebraica e tutte le entrate di queste strutture erano collegate tra di loro da un ponte. Era proprio un chiaro esempio della logica di un bambino, che non desiderava i conflitti religiosi. Si può dire che lo Spirito di Assisi aveva iniziato a penetrare tra i bambini di tutto il mondo.

Come monaco, non posso non menzionare l’11 settembre.
L’11 settembre del 2001, 2 aerei di linea si abbatterono nel World trade Center a Manhattan, New York. Entrambi gli edifici crollarono e le vittime furono circa 3000. Proprio perché l’incidente venne trasmesso in TV, molte persone vennero colpite da questo fatto. Dei musulmani vennero identificati come autori del dirottamento e un sentimento anti-islamico si diffuse non solo in America, ma anche nel resto del mondo.
Le Religioni per la Pace invitarono immediatamente i rappresentanti delle religioni del mondo a riunirsi a New York perché si chiedesse di non avere sentimenti discriminatori verso i musulmani e hanno fatto appello anche alle Nazioni Unite. Inoltre, tutti i rappresentanti pregarono insieme in una chiesa cattolica vicino al World trade Center e si recarono anche in una moschea per avere un dialogo. Si può dire che lì c’era proprio lo Spirito di Assisi.

Tuttavia ancor oggi il Medio Oriente sta vivendo una situazione di crisi.
Vi sono molti posti dove la pace è messa a repentaglio, come in Libia e in alcuni Paesi islamici e in Afghanistan.
Certamente si può ottenere la pace in modo temporaneo con l’uso delle forze militari.
Ma dalla mia posizione, come un monaco che cerca una pace duratura, credo che abbiamo tutti la responsabilità a promuovere lo Spirito di Assisi, che trascende le differenze tra le etnie e le religioni e che ci unisce nel rispetto della dignità di ciascuno di noi.

Vi ringrazio della cortese attenzione.



Messaggio
di Papa  Benedetto XVI


Incontro di dialogo tra le religioni, Monaco di Baviera 2011


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