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6 Settembre 2015

Pace, migranti, accoglienza: in migliaia all'incontro internazionale di Sant'Egidio a Tirana

Il messaggio del Papa e quello del Presidente della Repubblica – Andrea Riccardi: “Le religioni devono esprimere la ribellione della coscienza morale contro la violenza e il male”- Il ministro Orlando: “Gestire il fenomeno migratorio con politiche basate su solidarietà ed equità – La proposta di una sponsorship per realizzare l’accoglienza

 
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TIRANA – L’appello silenzioso e disperato delle migliaia di profughi che stanno attraversando le frontiere austriache e tedesche in cerca di aiuto e di libertà ha varcato anche il confine dell’Albania ed ha trovato un potente megafono nella giornata inaugurale dell’Incontro Internazionale “La pace è sempre possibile”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Nella capitale albanese sono giunte migliaia di persone, in gran parte dall’Europa, per condividere la scelta di costruire la pace con oltre 400 leader delle grandi religioni mondiali, del mondo della cultura e delle istituzioni.

Ha scritto papa Francesco nel messaggio inviato al convegno e letto da mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma: “E’ violenza alzare muri e barriere per bloccare chi cerca un luogo di pace. E’ violenza respingere indietro chi fugge da condizioni disumane nella speranza di un futuro migliore”. Ha aggiunto il primo ministro albanese Edi Rama: “In un tempo di grandi migrazioni noi diciamo che ogni migrazione, se accolta e accompagnata, può essere fonte di pace, di sviluppo di un paese, inizio di futuro per molti. E’ una sfida per ogni paese e per l’intera Europa”. Ha fatto eco, nel suo messaggio, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella: “Le fiamme della guerra lambiscono i nostri confini, provocando miseria, devastazioni e ondare di profughi che bussano alle porte dei paesi occidentali con la speranza di trovare salvezza, speranza e diritti. La risposta delle nazioni democratiche non può essere la chiusura e l’arroccamento. I muri e i fili spinati non fermeranno il divampare degli incendi. La soluzione è porsi alla guida dei processi mondiali. Per farlo, serve un’intelligente, lungimirante, coraggiosa azione politica. Che coniughi dialogo, sviluppo, integrazione e sicurezza per i cittadini”.

Rispondendo all’autorevole all’invito del Papa nella preghiera dell’Angelus (“Ogni parrocchia accolga una famiglia di rifugiati”), il fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi ha lanciato la sua proposta al governo italiano e all’Europa: introdurre subito la sponsorship, strumento essenziale per realizzare l’accoglienza di chi è già arrivato nel nostro continente e interrompere i rischiosi viaggi dei migranti attraverso il mare. “Per venire incontro al desiderio di tanti cittadini, e famiglie che vogliono ospitare i rifugiati, proponiamo – a nome di tutti i leader religiosi riuniti qui a Tirana – di introdurre nei sistemi legislativi europei lo strumento della sponsorship. Si tratta di permettere a cittadini europei, ad associazioni, parrocchie e organizzazioni varie della società civile, di farsi garanti dell’accoglienza: ospitare subito coloro che sono arrivati ma anche chiamare singoli e famiglie direttamente dalla zone  a rischio”.

Gli altri interventi che si sono susseguiti nella cerimonia inaugurale al palazzo dei Congressi di Tirana non si sono discostati da questo carattere di attualità e concretezza. Particolarmente appassionato l’appello del patriarca di Babilonia dei Caldei, in Iraq, Louis Raphael I Sako: “La violenza che sta scuotendo l’Iraq, la Siria e il Medio Oriente è uno choc. Uno choc per i nostri paesi, ma anche un trauma per il mondo intero. L’umanità non può accontentarsi di restare a guardare”. E le grandi religioni mondiali hanno un preciso dovere da compiere per vincere le guerre e costruire la pace: proclamare, unite, che “la violenza è contro il piano di Dio e contro la natura dell’uomo”. In Medio Oriente, in particolare, l’ideologia jihadista, che ha le sue radici nelle divisioni tribali del paese, può essere combattuta solo realizzando “una riconciliazione politica in Iraq e in Siria e in tutto il Medio Oriente, basata sulla cittadinanza”, con una riforma delle Costituzioni “per includere tutte le componenti della società civile”.

Nel suo saluto, pronunciato a nome del governo italiano, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha ringraziato gli organizzatori della Comunità di Sant’Egidio “che contribuiscono a tenere vivo lo spirito di Assisi nel segno del dialogo e della comprensione fra le diverse fedi religiose”, e ha evocato anch’egli la sfida “della gestione dei fenomeni migratori, che chiamano  in causa l’Europa, la sua coesione e la sua capacità di governare la globalizzazione e i fenomeni complessi che la caratterizzano, attraverso politiche basate su criteri di solidarietà e di equità”. Uno spunto di ottimismo è venuto dal rabbino David Rosen, un veterano degli incontri di Sant’Egidio: ”Nella storia dell’umanità – ha detto – mai come oggi vi è stata tanta comunicazione, collaborazione e cooperazione tra persone di tante diverse origini religiose, per il bene della società nel suo insieme”. E l’Arcivescovo Anastasios, primate della Chiesa Ortodossa autocefala di Albania, che ha organizzato l’Incontro insieme alla Comunità di Sant’Egidio e alla Conferenza episcopale albanese, ha sottolineato come nel suo paese libertà religiosa e pacifica convivenza procedano di pari passo nella costruzione di una società solidale che si pone ad esempio per tutti i Balcani. E dunque: “Affinchè la pace risulti possibile, diviene necessario il prerequisito della pace tra le religioni”. Ha chiosato Andrea Riccardi: “Qualcosa si deve sbloccare nel mondo delle religioni: di fronte alla domanda di pace di tanti popoli, di fronte ai rifugiati che bussano, di fronte alle teologie della violenza. L’autoreferenzialità dei credenti è il sonno dello spirito. Le religioni devono esprimere la ribellione della coscienza morale contro la violenza e il male”.

Nei prossimi giorni questa ribellione corale contro la violenza e il male avrà modo di esprimersi compiutamente nelle 27 tavole rotonde previste e nella preghiera finale per la pace.