D’ inverno, a Mosca, il termometro scende anche sotto i 20 gradi. E’ un problema per tutti, ma soprattutto per chi non ha casa, o magari una casa ce l’ha anche, ma la può raggiungere solo a notte inoltrata, dopo aver finito il suo “lavoro”: chiedere l’elemosina nelle stazioni della metropolitana per riuscire a sopravvivere, cosa non facile per chi ha un reddito di poco più di 50 euro in una delle città più belle e più “care” d’Europa.
Un mondo “underground” come le stazioni delle metropolitane appunto, un mondo al quale ci si è così abituati da non farci più caso. Loro sono lì, ogni giorno, ogni sera: anziani con un passato “nobile”, professoresse (come in tutta Europa l’età anziana è prevalentemente al femminile), dirigenti di azienda, fisiche, chimiche, ingegnere..... figlie e madri di una Unione Sovietica che non c’è più e che ha lasciato solo pochi spiccioli per vivere. Troppo pochi. Da vari anni a Mosca gli "Amici per la Strada" si sono fatti vicini a queste mendicanti e, con loro, ad altri “abitanti della strada”: molti gli alcolisti e sempre di più i profughi.
Ogni anno ne muoiono per il freddo varie centinaia. Una tragedia annunciata e prevista. C’è gente che vorrebbe aiutare, fare qualcosa. Non mancano, infatti, alcune persone di buona volontà: qualcuno ha messo a disposizione dei soldi e si è potuto realizzare un sogno. Una casa dove far vivere due “amiche per la strada”.
La casa è una krusciovka (così sono chiamate a Mosca le case costruite negli anni ’60, all’epoca di Krusciov), piccola, ma ben inserita in un quartiere di case basse circondate dal verde. V. - una anziana mendicante, la prima che è andata a vivere nella casa - la apprezza proprio per quel suo “odore di altri tempi”. “Queste sono le case più belle –dice – non come i palazzoni che si costruiscono ora!”. Presto arriverà un’altra amica a vivere con lei.
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