All’indomani della conclusione del grande incontro di Preghiera per la Pace organizzata a 70 anni dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale dalla Comunità di Sant’Egidio a Cracovia – Auschwitz, che ha visto la partecipazione di rappresentanti di tutte le grandi religioni mondiali, Venerdì 11 settembre 2009, ottavo anniversario del tragico attentato di New York nel 2001, la Comunità di Sant'Egidio si raccoglie in preghiera in memoria delle vittime del terrorismo nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, alle 20,30. Per non dimenticare l’orrore di quel tragico attentato che ha segnato la vita di migliaia di persone e ha costituito un punto di non ritorno nella nostra epoca, e impegnarsi sempre più sulla via dell’incontro e del dialogo.
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Dagli interventi pronunciati nel corso della veglia:
Alcuni passaggi delle parole di Andrea Riccardi: “Ma perché oggi dopo otto anni ancora qui? Ci sono tanti fatti brutti e belli nella vita e nella storia. Tutto passa. Tutto si dimentica. Ed è anche giusto: saremmo ingombri. Ma quel terribile giorno segnò, all’inizio del nuovo secolo, come una svolta. Un mondo di gente tranquilla, che lavorava, che faceva le proprie cose, fu colpita davanti agli occhi del mondo intero in modo assassino senza alcuna motivazione, fosse la più assurda”. Ha poi proseguito, spiegando che “C’è un modo di vivere che alla fine diventa spegnersi e morire. Senza luce, senza amore, senza Dio, spesso ci si spegne. Questo è il messaggio di Gesù. Di fronte alla forza del male, di fronte al sangue sparso degli innocenti, non si può restare se stessi, indifferenti, ripiegati su di sé, cinici. La forza del male diventa un appello ad essere migliori, a convertirsi”. Che fare allora? Ha continuato Riccardi: “La memoria dolorosa dei tanti caduti dell’11 settembre non fomenta odio o vendetta [….]. Come ricordo doloroso di inizio secolo, chiede a noi tutti –anche nel nostro piccolo- di vivere in modo responsabile, capace di comprensione, di amore. Chiede di non lasciarsi sopraffare dal male, che intimidisce, che pretende una risposta nelle sue stesse categorie. L’apostolo Paolo insegna: “non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”. Dalla memoria di tanto male, per rispetto del sangue versato, tragga ciascuno di noi la forza e la ragione profonda per non rinunciare a vincere con il bene.
L'Incaricata di Affari dell’Ambasciata americana presso la Santa Sede, Signora Julieta Noyes Valls
[...]Questa sera, siamo qui insieme per riflettere che cosa ancora significa l'undici settembre per il nostro mondo. Significa che dobbiamo dedicarci ancora di più ai nostri principi democratici ed alla difesa delle liberta e della dignità della persona umana. Cosi, negheremo ai terroristi una vittoria.
[...]Con quegli atti i terroristi avrebbero voluto annichilire la speranza. Anche se Io shock fu drammatico, oggi, gente di culture e religioni diverse continuano a lavorare insieme per un mondo libero, giusto e in pace.
[...] Quest'anno per commemorare l'undici settembre, il Presidente Obama ha chiesto a tutte le ambasciate di promuovere una vera cooperazione tra comunità religiose. Da molti anni, la Comunità di Sant'Egidio ricorda questo giorno con atti di preghiera e di riflessione che ci spingono ad iniziative concrete verso la pace. Per questo, la Comunità é un esempio da seguire.
La vostra testimonianza dimostra che, anche dalla più orribile tragedia, un migliore e più sicuro mondo può emergere.
God bless you all. Questo è il nostro modo negli Stati Uniti per esprimere il nostro ringraziamento.
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