Il 21 agosto scorso, in un deposito di mezzi agricoli ad un centinaio di miglia dal confine tre gli Stati Uniti ed il Messico, sono stati ritrovati 72 corpi di giovani donne e uomini vestiti poveramente. Molti di loro sono stati uccisi con un colpo di arma da fuoco alla nuca. Erano tutti stranieri. Come migliaia prima di loro, queste donne e uomini avevano lasciato le loro case in Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Brasile, Nicaragua per andare a lavorare negli Stati Uniti.
Del gruppo che ha viaggiato insieme per tutto il Messico sono sopravvissuti in quattro. Di questi solamente uno ha fornito un resoconto del massacro. Sino ad oggi trenta delle vittime non sono state ancora identificate.
Dopo la diffusione della notizia, le Comunità di Sant'Egidio dell'America Latina hanno dato vita a numerose preghiere in memoria dei migranti che ogni giorno perdono la loro vita nel terribile viaggio verso gli Stati Uniti.
Secondo l’ultimo censimento sono circa 600.000 i giovani che ogni hanno attraversano il Messico dal sud e dal centro del continente americano per raggiungere gli Stati Uniti. Per il viaggio pagano dai 4.000 ai 15.000 USD e sono costantemente vittime di estorsioni, vessazioni, soprusi, minacce.
La Comunità di San Salvador in questi mesi, in collaborazione con il Ministero Affari Esteri di El Salvador, ha contattato le famiglie degli 11 salvadoregni assassinati ad agosto ed ha proposto per l’8 di dicembre di celebrare una liturgia in memoria di tutte le vittime delle migrazioni.
La liturgia vuole fare memoria anche di chi ancora non è stato identificato, di chi non ha piu’ un nome e vuole raggiungere e consolare i tanti genitori che in El Salvador ed in tutto il mondo non hanno piu’ notizie dei loro figli emigrati. |