La pace è ‘’l’autentica essenza del progetto europeo“, in progressiva costruzione dalla fine della Seconda Guerra mondiale e che da allora “non ha cessato di crescere”, proponendosi oggi di essere sempre piú “attenta e protettiva” per tutti gli europei, di “riequilibrare” una bilancia che finora ha privilegiato le imprese a scapito dei lavoratori. Nell’assemblea di apertura del XXVIII Incontro Internazionale della Comunitá di Sant’Egidio su “La pace è il futuro”, il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha svolto insieme un elogio del progetto europeo di cui egli è stato negli ultimi anni tra i piú alti responsabili, e un appello all’Unione perché migliori se stessa per far fronte alle sfide che il mondo moderno le pone.
Fra queste, in primo luogo la sfida della pace, che “per svilupparsi ha bisogno di poter contare sul senso profondo di un destino comune e di valori condivisi”, e che richiede – ha detto Van Rompuy – “una battaglia costante che dobbiamo combattere giorno per giorno” partendo dalla riconciliazione che”si fonda sul perdono”, e che “non viene dal dimenticare, perché nulla di duraturo si costruisce negando il passato. Essere riconciliati significa accettare il passato. Non per comprenderlo o scusarlo, ma per superarlo”.
Van Rompuy ha citato l’esempio positivo dei processi di riconciliazione in corso nei Balcani, che hanno portato alla candidatura della Serbia all’ingresso nell’Unione; le prove della “nuova Europa” in Ucraina, l’elezione del premier polacco Donald Tusk alla presidenza del Consiglio (succederà a Van Rompuy il 30 novembre). In ogni stadio del suo sviluppo l’Europa unita ha cercato di servire i valori di cui è garante: diritti umani, pace, giustizia, libertá, tolleranza, responsabilità, soliderietá, amicizia.
Citando papa Francesco, il Presidente del Consiglio Ue ha sostenuto che “fare la pace richiede coraggio molto piú di quello che richiede fare la guerra”, ed ha aggiunto che “vivere in pace significa vivere con gli altri in solidarietà e con responsabilitá”, sperimentando una stretta interdipendenza, come si è visto nella recente crisi dell’Eurozona. |