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Peace is the future

 
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8 Settembre 2014 16:30 | Sala AMUZ

Intervento


James Wuye


Pastore del “Interfaith Mediation Centre”, Nigeria

INTRODUZIONE:

Uno dei modi migliori per prevenire le tensioni etnico-religiose è costruire ponti di dialogo e collaborazione fra Cristiani e Musulmani. 
Esiste infatti un vasto campo comune fra Cristiani e Musulmani.

Considerando la situazione attuale e la natura dei problemi, abbiamo necessità di valori condivisi che renderanno necessaria la collaborazione per risolvere i problemi, sviluppare la mutua comprensione, la tolleranza, la soluzione /gestione dei conflitti, la costruzione della pace, la riconciliazione e inoltre la costruzione di una società dominata dalla moralità, la gioia, la serenità, la sicurezza e la prosperità. Tutto ciò può essere ottenuto creando un’alleanza fra tutti i leaders religiosi cristiani e musulmani sinceri e i loro fedeli che possono convenire e unirsi per uno scopo comune e una causa giusta.

Il Cristianesimo e i suoi entusiasti credenti sono fiduciosi che la loro fede predica la pace, per esempio quando Cristo è stato annunciato dal canto degli angeli “Pace agli uomini di buona volontà” (Lc 2,14), per indicare che il Cristo che era nato portava la pace agli esseri umani. Infatti Gesù è indicato come il ‘Principe della pace’ (Is 9,6). Se il cristianesimo professa la pace, così come l’Islam, ci si aspetterebbe che le nazioni del mondo facessero esperienza di una pace doppia.

In Nigeria oggi i nostri quotidiani e gli altri mezzi di comunicazione sono pieni di ogni genere di reportage su di un conflitto o l’altro. In risposta a tali conflitti gli sforzi fatti hanno visto una crescita delle iniziative di soluzione dei conflitti e della costruzione della pace condotte da istituzioni Cristiane, religiosi che hanno lavorato in stretto contatto tanto con il Governo che con istituzioni di altre religioni, leader tradizionali, donne, giovani, organizzazioni che lavorano per un approccio fondato sulla fede, così come il nostro Centro, e molti altri.

In alcuni dei nostri interventi in Nigeria abbiamo riportato notevoli risultati nel riportare la pace in alcune comunità e Stati.

Una di queste notevoli esperienze è rappresentata dall’adozione della Dichiarazione di Pace di Kaduna dell’agosto 2002, la formazione del Comitato per la Pace di Kaduna ed altre strutture in favore della pace come, ad esempio, i Comitati di armonia interreligiosa sorti a vario livello nella società, la Yelwan Shendam Peace Affirmation del 2005, la Commissione Allevatori-Agricoltori nello Stato di Kaduna e fra i gruppi etnici locali e i gruppi religiosi nel Delta del Niger, solo per citarne alcuni. 

Inoltre, in seguito alla nostra strategia di ricostruzione della pace e della tranquillità, centinaia di leader di vari livelli sociali, compresi le donne, i giovani ed altre parti interessate, hanno collaborato e stiamo ancora occupandoci della formazione di rappresentanti religiosi, delle donne, dei leader tradizionali, della gioventù e di altri gruppi sociali incrementando le loro capacità e abilità nella soluzione dei conflitti, dialogo, mediazione ed altre iniziative per la costruzione della pace.

Nonostante il progresso raggiunto al momento attuale, la costruzione della pace in Nigeria è ancora da avviare su un percorso sostenibile. É mia opinione ed esperienza personale che strutture di pace impiantate stiano ancora attraversando una fase di riconfigurazione e noi stiamo ancora mettendo in opera un’architettura di pace attuabile per la Nigeria. 

PERCHE’ IL DIALOGO?

Noi, in quanto gruppo di fede, siamo incoraggiati ad incontrarci secondo lo schema del Dialogo interreligioso, il quale richiede che persone di diversa provenienza religiosa si incontrino in uno spirito di reciproca apertura, onestà e fiducia. Abbiamo sperimentato questi metodi e abbiamo conseguito grandi risultati.

Oggi possediamo un più vasto senso di rispetto per le nostre divergenze di opinioni. È sempre più importante che dialoghi più informali abbiano luogo a livello di comunità locali, Chiese, Moschee, Scuole, Società civile e in ogni contesto di aggregazione sociale.  

ALCUNI CRISTIANI CHE SOSTENGONO INIZIATIVE INTERRELIGIOSE DI DIALOGO IN NIGERIA

In Nigeria i cattolici sono all’avanguardia nello sforzo di promuovere la comprensione fra le religioni attraverso il sostegno di specialisti cattolici, così come P. Jacques Jomier, O.P. (in 1963, 1971, 1973 e 1975), P. Franz Schildknecht, W.F. (dietro invito di Mons. Lawton nel 1966), P. Jacques Lanfry, W.F. (nel 1971). 

Un altro tentativo di dialogo interreligioso ha avuto luogo nel Dicembre 1978 a Jos dove, sotto gli auspici della Conferenza Episcopale nazionale, P. Chukwulozie organizzò un dialogo interreligioso a livello nazionale. All’inizio di quest’anno il Presidente del CAN, il Pastore Ayo Orisejefor, ha messo assieme leader Cristiani e Musulmani per sviluppare il dialogo nell’ambito del Think Nigeria Project, coinvolgendo in modo speciale i Musulmani del Nord. Numerosi eminenti musulmani sono stati invitati ed hanno accettato, altri hanno inviato rappresentanti.

INIZIATIVE DA PARTE MUSULMANA

Nel corso degli anni il Sultano di Sokoto, Abubakar III, si è dimostrato non solo una persona giusta, ma sinceramente preoccupato di tenere a freno tendenze fanatiche e proteggere gli interessi di tutti coloro che vivono nel Nord e in particolare a Sokoto. Suo figlio, Muhammadu Maciddo, che ha occupato diversi ruoli di livello elevato, è ugualmente rispettato dai cristiani. Lo Sheikh Ahmed Lemu e suo figlio Nurudeen, dello Stato del Niger, a dispetto delle loro posizioni circa la Shari’a, hanno dimostrato apertura nei contatti e nella collaborazione con i gruppi cristiani.

L’attuale Sultano di Sokoto, Sua Eminenza Abubakar Saad, in qualità di co-presidente del Consiglio Nigeriano Interreligioso, è un’altra voce forte nel promuovere ponti di dialogo fra Musulmani e Cristiani in Nigeria. Egli, assieme al Cardinal Onayekan, hanno stabilito un nuovo sistema per promuovere il dialogo.

SFORZI DEGLI ATTORI STATALI E NON GOVERNATIVI:

•  Associazioni cristiane nigeriane per la promozione del dialogo, la giustizia e l’equità in Nigeria.

•  Il Presidente Goodluck Jonathan ha spinto i nigeriani a unire i loro sforzi col Governo Federale per sostenere la sfida portata dai terroristi mascherati da allevatori per causare danni irreparabili al Paese intero. Jonathan ha fatto il suo appello in Kaduna, il lunedì, mentre apriva una Conferenza Internazionale sul tema “Le sfide alla Sicurezza e allo Sviluppo della pastorizia in Africa Occidentale e Centrale”. Il Presidente, rappresentato dal Vice Presidente Namadi Sambo, ha affermato che gli insorti stavano sfruttando il conflitto fra allevatori e agricoltori per perpetrare i loro delitti terroristici.

•  In una conferenza stampa l’ex-Presidente militare della Nigeria, Generale Ibrahim Babangida, ha risposto alla preoccupazione dei nigeriani dichiarando che le questioni di sicurezza della vastità dell’insurrezione orchestrate dal gruppo di Boko Haram hanno bisogno di tempo per essere affrontate.

•  Il 27 agosto 2014 l’ex-Presidente civile Olusegun Obasanjo ha onorato l’invito del Presidente in carica di discutere la questione circa la sicurezza e la pace e ha promesso il suo impegno nel porsi al servizio  del presidente Jonathan Goodluck, vista la situazione attuale di insicurezza, a smentita del precedente cattivo rapporto politico.

ALCUNE STRATEGIE ADOTTATE NEL COSTRUIRE PONTI FRA LE FEDI

Come già precedentemente detto, l’Interfaith Mediation Centre, fondato in seguito ad alcune situazioni di grande diffidenza e alle violenze interreligiose e interetniche che attraversavano le varie comunità, ha lavorato instancabilmente. In Nigeria si è impegnato ad affrontare questioni contemporanee relative a conflitti a sfondo inter-etnico e interreligioso, incoraggiando il dialogo Cristiano-Musulmano e costruendo rapporti in Nigeria.

 

  • Il Modello di Dichiarazione/affermazione di Pace: 
  • Il Modello della leadership delle Elite:    
  • Il Modello della teologia del Terreno Comune: 
  • Il Modello della Collaborazione fra le Fedi: 
  • Il Modello della Svolta decisiva:  
  • La Preghiera interreligiosa: 
  • Il Modello del Club della pace:
  • Il Meccanismo modello dell’avviso tempestivo e della risposta tempestiva  
  • Il Modello del Perdono: il Film L’Imam e il Pastore: dalla vendetta al Perdono. 

 

RIFERIMENTI BIBLICI, NUTRIMENTO PER IL PENSIERO

1Pt 3,9-11
Non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra da parole d'inganno; eviti il male e faccia il bene, cerchi la pace e la segua,

Rm 12,17-21 
Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.

Sal 34,15 
Stà lontano dal male e fà il bene, cerca la pace e perseguila.

 

RACCOMANDAZIONI:

Per promuovere efficacemente il dialogo Cristiano-Musulmano in Nigeria il Governo ha bisogno di spostarsi dalla soluzione dei conflitti alla prevenzione dei conflitti, attraverso lo sviluppo di una cultura della tolleranza. Per poter avere un effettivo successo in questa strategia il Governo dovrebbe utilizzare la piattaforma del NIREC per integrare I leader religiosi a livello comunitario, sviluppando forum di dialogo interreligioso a livello comunitario in ogni regione, Club della pace in tutte le scuole secondarie e adottando  un approccio dalla base verso l’alto nello sviluppo e implementazione del programma interreligioso. Il forum interreligioso produrrà attività educative e di chiarimento  sulle questioni dei ponti di dialogo fra Cristiani e Musulmani.

Per concludere il mio discorso, è opportune sottolineare che i Cristiani possono parlare degli elementi di pace della loro fede. La questione tuttavia non è se la religione promuova la pace e la coesistenza pacifica attraverso i suoi insegnamenti o meno, ma se tali alti valori siano messi in pratica.

La verità è che non è tanto la Cristianità e l’Islam che creano situazioni di assenza di pace ma coloro che portano solo l’etichetta di Cristianità e Islam. In altre parole Cristiani e Musulmani dobbiamo sviluppare una teologia interreligiosa della comunicazione. 

 

 

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