Il 30 gennaio 1944 più di 600 ebrei milanesi vengono portati nei sotterranei della Stazione Centrale e caricati sul treno. La meta: Auschwitz. Quasi nessuno tornò. Nei mesi successivi altri ebrei verranno costretti a fare lo stesso viaggio. Sempre partendo dal Binario 21, in origine destinato al carico e scarico dei vagoni postali. Oggi il Binario 21 è il cuore del Memoriale della Shoah. Dove domani alle 18, per la diciottesima volta, la Comunità ebraica di Milano e la Comunità di Sant'Egidio, che sono fra i promotori del Memoriale, celebreranno assieme alla città la Memoria della Deportazione, a settant'anni da quel tragico 30 gennaio. Porteranno la propria testimonianza Liliana Segre - deportata quel giorno ad Auschwitz: aveva 13 anni, è fra i pochissimi sopravvissuti - e Vera Vigevani Jarach - nata a Milano nel 1928, emigrata in Argentina a causa delle leggi razziali, madre di Plaza de Mayo: ha avuto una figlia rapita e uccisa dal regime.
Interverranno, fra gli altri, Massimo Bray, ministro dei Beni e delle attività culturali, Giorgio Del Zanna (Sant'Egidio) e Roberto Jarach (Memoriale della Shoah). Jovica Jovic, musicista rom, suonerà rievocando la memoria del Porrajmos, lo sterminio dei rom e dei sinti. Al termine sarà possibile visitare il Memoriale. Oggi alle 21 il Centro Pime di via Mosè Bianchi 94 organizza un incontro che intreccia la memoria della Shoah con la memoria del genocidio del Ruanda e la sfida di percorsi di giustizia e riconciliazione. I testimoni: Gabriele Nissim, presidente di Gariwo , la «Foresta dei Giusti», e Scholastique Mukasonga, scrittrice ruandese, voce delle vittime del genocidio del '94. (L.Ros.)