| 12 Novembre 2014 |
Scatta l'allarme senzatetto. Le onlus fanno gli straordinari "Strutture aperte 24 ore su 24" |
Un migliaio di persone in strada anche di notte incuranti del pericolo. Sant'Egidio mobilitata, San Marcellino e Caritas allungano l'orario |
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ALLERTA meteo degli ultimi è fatta di passaparola e teli di plastica. Distribuiti per strada dai volontari, che li vanno a cercare nelle stazioni, allontanandoli da Brignole e tenendo aperte le strutture diurne ventiquattr'ore su ventiquattro. Perché per i senzatetto, un migliaio di persone in tutta Genova, in questi giorni di pioggia e paura non esiste alcun allarme: «Il Comune non ha anticipato l'emergenza freddo, che avrebbe consentito di avere a disposizione almeno ottanta posti letto in più in città - spiega Maurizio Scala della Comunità di Sant'Egidio - così, tantissimi sono per strada. E il vero problema è tenerli asciutti: con maglioni e teli». I ragazzi di Università Solidale, in via Balbi hanno organizzato una raccolta straordinaria di coperte e scarpe. Mentre l'emergenza meteo fa saltare anche alcuni servizi: gli immigrati che ogni giorno vanno all'ambulatorio di vico Croce Bianca non possono farsi la doccia o usare la lavatrice. «Gran parte del personale viene da Sant'Eusebio, Bogliasco - spiega Miriam Cancellara di Afet Aquilone, la onlus che gestisce lo spazio del ghetto - tutte zone alluvionate. Con molta fatica siamo riusciti a tenere attivo il servizio medico ambulatoriale, grazie ai volontari al front office».
L'allerta è spietata, con i cittadini di serie B, quelli che sono già invisibili anche all'asciutto. E anche la gente: perché per molti queste mille persone non sono la priorità. A Cornigliano, i rom di Villa Bombrini, quindici roulotte più che mai "stanziali", visto che nessuna di queste ha le ruote funzionanti, sono stati ospitati per l'alluvione del 9 ottobre nella scuola Volta: che poi è la stessa dove i bambini rom la mattina vanno a lezione. Ma i residenti sono insorti, appendendo volantini. Così ora, anche se il Polcevera si fa minaccioso, le famiglie sono ancora nelle roulotte. E hanno paura. «A Molassana, in via Adamoli, c'erano 120 persone - spiega Giordano Pupo di Sant'Egidio - ma era troppo pericoloso, ora c'è un pantano di fango. Così qualcuno è nelle case popolari, altri all'Istituto Doria di Molassana, altri negli alberghi. Adesso, l'altra situazione più rischiosa è quella di venticinque persone, rom romeni di Rivarolo: in questi giorni il campo è sotto il livello del fiume. E loro passano la notte nei vecchi uffici dismessi dal Comune in Val- polcevera». Ma l'indirizzo è segreto: per paura di una rivolta dei cittadini.
San Marcellino e Caritas hanno allungato l'orario delle strutture diurne: «Con l' allerta due cerchiamo di tenere al coperto queste persone 24 ore su 24 - spiega Gabriele Verrone di San Marcellino - i posti sono sempre insufficienti: noi ne abbiamo sedici di pronta accoglienza in vico Neve, ma siamo già normalmente pieni. Il problema è che quando piove forte è più difficile raggiungere le persone: per paura che trovino sistemazioni di fortuna improvvisate e pericolose facciamo un'opera di passaparola. Ma non è facile».
Con la pioggia, la "geografia" dei senzatetto in città cambia: «A Brignole non c'è più nessuno: passano solo la sera per i panini - spiega Maurizio Scala di Sant'Egidio - molti si sono sparpagliati nei giardini di Plastica. Sotto i portici di Piccapietra, in via Venti, al Carlo Felice, sperando che li lascino stare. Noi distribuiamo maglioni asciutti». Il problema non è solo la notte: la biblioteca Berio, dove molti si rifugiavano di giorno, è chiusa. Il Basilico, la struttura di San Marcellino, aprirà a dicembre. Così, per i mille invisibili non resta che aspettare che smetta di piovere. O che arrivi il freddo.
Erica Manna
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