| 15 Marzo 2015 |
Livorno. |
Sant`Egidio: Ue, sbagli. Solidarietà non significa più sbarchi |
Lo dimostrano i dati emersi dal confronto tra le città-porto del Mediterraneo sull'immigrazione |
|
Troppa miopia dal versante nord dell'Europa verso il Mediterraneo e insensibilità che non coglie il significato dei dati dando luogo a veri e propri falsi. Nel gennaio del 2014 sulle coste italiane sono avvenuti 2171 sbarchi con l'operazione Mare Nostrum. Un anno dopo, in presenza di Triton, gli sbarchi sono stati 3520. Dunque, se la politica europea era convinta che la solidarietà incentivasse l'emigrazione, ha sbagliato. Se n'è parlato a Livorno all'incontro internazionale "Medi` - Le città hanno un`anima" organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio e dedicato ai mutamenti dei porti mediterranei.
Da Inma Gala, dell'ufficio migrazione della diocesi di Tangeri, è venuta la descrizione delle due enclave di Ceuta e Melilla, suolo spagnolo in territorio del Marocco, meta da raggiungere scavalcando pericolose recinzioni nascondendosi nei boschi prima di tentare la sorte. Di oltre 100 non si hanno notizie. Per tanti la diocesi tenta inserimenti e cittadinanza.
Occorre dunque progettare un nuovo ruolo e una crescita nelle città portuali.
«Le lobby hanno allontanato i porti dalla vita delle città, ma - ha detto il sindaco di Livorno Filippo Nogarin - ci stiamo riappropriando della funzione portuale, che è contaminazione».
L'esperienza di Barcellona, rappresentata dal direttore del porto Adolf Romagosa, suggerisce percorsi di crescita per scongiurare «la sindrome Venezia: gestire il turismo di massa senza perdere l'identità, affrontando la povertà in aree prossime al porto». Un fecondo rapporto tra porto, scuole, imprese è stato delineato da Ioannis Panagiotopoulos, dell'Università di Atene: «La formazione crea cultura e ricchezza aiutando i Paesi di provenienza a riprendersi e a fermare l'emigrazione».
MICHELE BRANCALE
|
|
|