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30 Ottobre 2015

Al summit sulla Siria manca l'opposizione. Esclusi i ribelli, non c'è intesa su Assad. Mosca: l'Is sa usare le armi chimiche

Ieri a Vienna il pre-vertice a quattro, stamani iniziano i colloqui alla presenza anche dell'Iran. Riccardi rilancia l'iniziativa per salvare Aleppo: «Imporre la pace»

 
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Gli occhi oggi a Vienna saranno puntati sull'inedita "new entry", il rappresentate iraniano Mohammed Javad Zarif. Il protagonista - rigorosamente assente - sarà, però, il presidente siriano Bashar al-Assad. O meglio, il suo destino politico, non ancora definito. Su questo scoglio, esattamente una settimana fa, si sono arenate le trattative del Quartetto: Usa, Russia, Arabia Saudita e Turchia. E da lì sono riprese, ieri, nell'incontro fra le stesse quattro nazioni chiave nel negoziato. Una sorta di vertice preliminare alla conferenza di oggi, allargata - oltre a Teheran - a una serie di altri Paesi, tra cui Italia, Francia, Gran Bretagna, insieme all'alto rappresentante Ue, Federica Mogherini e l'inviato speciale Onu, Staffan De Mistura. La strategia - condivisa da Washington e Mosca- è non fermare il processo e procedere "un passo alla volta". Cosa non facile. Tanto più che stavolta - insieme ad Assad - manca pure l'opposizione siriana.
La Coalizione nazionale, principale gruppo anti- governativo moderato, ha fatto sapere - non senza un certo risentimento -di non essere stata invitato. Il capo ad interim George Sabra ha definito il vertice «un progetto per lo spettacolo» «da cui non uscirà niente di sostanziale». L'Iran - ribadisce l`opposizione siriana -non è la soluzione ma «parte del problema», dato il sostegno al governo di Assad. Scettica anche l'Arabia Saudita, principale rivale regionale di Teheran. Washington, invece, sembra cautamente ottimista. Poche ore prima di partire per la capitale austriaca, il segretario di Stato, John Keny, ha parlato della «più promettente opportunità» per trovare una via d'uscita «all'inferno» siriano. E Mosca ha ribadito l`importanza del «dialogo» in corso in Austria.
La conferenza di oggi - il terzo tentativo di trovare una soluzione diplomatica alla guerra siriana, dopo le fallite esperienze di Ginevra I e II - è stata preceduta da una maratona di bilaterali. Sia Kerry sia il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov hanno incontrato separatamente Zarif, lo stesso ha fatto l'alto rappresentante Mogherini, arrivata a Vienna dopo aver riferito sulla questione in Parlamento. Vi sono forti attese della comunità internazionale per la buona riuscita dell'incontro.

La fine del conflitto è fondamentale- affermano politici ed analisti- per arginare il potere dello Stato islamico (Is). E mettere fine al "martirio" della popolazione. Solo nell'ultima settimana, almeno 70mila abitanti della zona di Aleppo sono stati costretti alla fuga, come rivelato da Andrea Riccardi. Il fondatore della Comunità di Sant'Egidio ha rilanciato l'appello per salvare la città simbolo del dramma siriano e imporre dei corridoi umanitari. Si deve «imporre la pace in nome di chi soffre», ha detto Riccardi. Al momento, ad Aleppo, mancano di nuovo luce ed acqua. E i combattimenti continuano.
Proprio ieri, inoltre, Mosca ha denunciato che i jihadisti avrebbero preso possesso della tecnologia idonea alla produzione di armi chimiche. A lanciare l'allarme è stato il direttore del dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti, Mikhail Ulianov che ha parlato pure di «diversi episodi già registrati sul terreno di Siria e Iraq». Al contempo, la Gran Bretagna ha innalzato il livello di allerta per attentati terroristici. Il direttore dell'MI5, Andrew Parker, ha detto di aver sventato sei agguati solo nell'ultimo anno. Parker ha aggiunto che vi sarebbero almeno 750 inglesi tra le fila jihadiste in Siria. Un nuovo orrore compiuto dall'Is riguarda proprio i"combattenti stranieri". Secondo l'Osservatorio per i diritti umani, gli uomini del Califfato avrebbero trucidato, negli ultimi mesi, a Raqqa, almeno 200 "aspiranti disertori". Si tratterebbe di miliziani originari della Cecenia e del Caucaso che volevano aderire ad al-Nusra.



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