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10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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12 Settembre 2011 09:30 | Neues Rathaus, Kleiner Sitzungssaal

- “Il Giappone dopo il sisma - lavorare affinché germogli vigorosi nascano da questi grandi nodi” di Hinao Nagao


Hinao Nagao


Tenrikyo, Giappone

L’11 marzo 2011 il Giappone è stato colpito da un fortissimo terremoto, seguito da uno Tsunami senza precedenti, che hanno colpito le regioni costiere nordorientali, radendo al suolo gli edifici, i campi e portandosi via migliaia di vite umane. Questo danno catastofico ha provocato oltre 15.000 vittime e ad oggi vi sono ancora migliaia di dispersi. Inoltre, la fuga e la dispersione delle radiazioni conseguente all’incidente presso la centrale nucleare di Fukushima, gli effetti dei quali ad oggi non sono ancora chiari, pongono di fronte ad un problema molto grave non solo il Giappone ma tutto i Paesi del mondo.
In questa grande calamità e prova si sono mossi i vari gruppi religiosi per aiutare le vittime a sopravvivere, ad alleviare i loro dolori e a facilitare la ricostruzione della loro vita.

Se da una parte i media giapponesi non hanno riportato affatto, o solo in maniera parziale, le notizie degli aiuti umanitari fatti da parte delle cosidette “nuove religioni” come il Tenrikyo, d’altro canto studiosi e giornalisti stranieri hanno riconosciuto un consistente contributo da parte di questi gruppi religiosi.
Vorrei quindi iniziare il mio discorso, riportandovi un articolo molto obiettivo scritto da Barbara Ambros, un professore associato dell’Università del Nord Carolina, specializzata in religioni giapponesi. La professoressa scrive così alla CNN:

“La lunga storia del volontariato del gruppo (del Tenrikyo) ha la sua radice nella pratica religiosa dello hinokishin, un contributo di lavoro volontario, attraverso il quale i fedeli esprimono la propria gratitudine verso il divino. Il Tenrikyo Disaster Relief Hinokishin Corps (n.d.t. gruppo di soccorso Hinokishin del Tenrikyo) è organizzato per lavorare con le amministrazioni locali e provvedono al supporto nelle situazioni di emergenza. Una parte del gruppo, facente parte della Prefettura di Niigata sta attualmente lavorando nella zona di Sendai, fortemente colpita dal terremoto, per ripristinare le tubature dell’acqua. Inoltre, il Tenrikyo ha organizzato una vasta campagna di raccolta fondi attraverso le sue chiese non solo in Giappone, ma anche all’estero. ”

Tuttavia, prima di proseguire in modo dettagliato in tal senso, vorrei spiegarvi la posizione dottrinale del Tenrikyo rispetto alle catastrofi naturali del genere.

Qual’è la spiegazione teologica del Tenrikyo dei disastri naturali come il terremoto?
Innazitutto dobbiamo considerare questo quesito in termini religiosi di compassione e di amore e dobbiamo dare un significato religioso in modo da poter dare un messaggio universale a tutta l’umanità.
I dolori e le sofferenze sono reali e persistono; non dobbiamo essere dei teologi “da salotto”.
Detto questo, vorrei qui enunciare due versi di uno dei nostri testi sacri che possono far luce sull’interpretazione religiosa che noi, fedeli del Tenrikyo, diamo alle catastrofi naturali.

Questo universo è il corpo di Dio. Riflettete questo in tutti i suoi significati. 
Ofudesaki III:40, 135

Il corpo degli esseri umani è una cosa data in prestito da Dio. Con quale considerazione lo usate?                           
Ofudesaki  III:41

Il nostro modo di vedere il mondo si basa proprio su questi due versi.
Tutto l’universo, composto da una varietà infinita di ambienti naturali in cui noi viviamo, è il corpo di Dio. Siamo tenuti in vita nel seno di Dio, grazie alla Sua provvidenza e al Suo lavoro. Inoltre se guardiamo al microcosmo che è il nostro corpo, ci rendiamo conto che è un corpo prezioso datoci in prestito da Dio, tuttavia abbiamo i nostri pensieri e sentimenti ed è questa mente che identifica chi siamo. Questa è una verità fondamentale del Tenrikyo. Noi tutti condividiamo questa realtà di base come fratelli e sorelle che hanno un unico Dio Genitore.

Come possiamo rispondere a questa nostra condizione, ossia alla fisicità come qualcosa dato in prestito da Dio? Dio ci incoraggia a fare lo hinokishin, un termine particolare del Tenrikyo che indica le pie azioni dei fedeli, che si basa sulla vera e gioiosa gratitudine per questa verità e volta ad aiutare le persone e la società. Quindi il punto focale dello hinokishin è l’espressione volontaria e l’atteggiamento di fede gioiosa, piena di gratitudine.

Come vengono spiegate le catastrofi naturali nelle nostre Scritture?
Nella nostra Scrittura principale, chiamata “Ofudesaki”, si dice che tuoni, terremoti, tifoni e disastri causati dall’acqua, non solo altro che espressioni della rabbia di Dio, rabbia derivante dalla nostra ignoranza riguardo l’origine delle cose e dal fatto che, come figli di Dio, siamo coperti dalla polvere mentale, ossia dall’uso egocentrico della nostra mente. Noi fedeli le concepiamo come “una manifestazione istruttiva del grande dolore di Dio perché, senza accorgercene, ci allontaniamo dalla volontà di Dio, seguendo strade più semplici” e dal desiderio materno di Oyasama, la fondatrice del Tenrikyo, di salvare l’umanità intera, ossia i figli di Dio.

Qual è allora il rimedio alla nostra impasse o regressione spirituale? Per nostra sfortuna e grande rammarico, Dio non ha altra scelta che quella di svegliare le nostre menti causando questi tipi di calamità naturali, in modo da spingerci urgentemente alla consapevolezza della fratellanza/sorellanza universale secondo l’assioma “salvando gli altri, salva te stesso”.
Quindi Dio ci incoraggia, dicendo: “Se volete veramente salvare gli altri, non c’è alcun bisogno di persuadere Dio” (III:32), e ancora “Se volete sinceramente salvare gli altri, Io vi accetterò, senza che diciate alcuna cosa” (XIII: 37) .
Se il mondo intero si mettesse ad aiutare gli altri, considerandoli tutti ugualmente come figli di Dio, allora Dio provvederà ardentemente in tutte le cose, affinché si possa accelerare la salvezza del mondo.

Come abbiamo agito nel passato di fronte a queste calamità?
Queste nozioni fondamentali dell’insegnamento, come il fatto che siamo “ tutti figli di Dio, quindi fratelli e sorelle” e “il reciproco aiuto”, sono state alla base dell’inizio del nostro programma dei “gruppi di soccorso” (disaster relief corps) nel 1891.

A partire da quell’anno con il terremoto di Nobi, abbiamo inviato questo gruppo di soccorso nelle zone colpite da calamità naturali come terremoti, tsunami, tifoni, eruzioni vulcaniche, incendi di grossa portata e altre situazioni di emergenza. Abbiamo chiamato questo gruppo “Disaster Relief Hinokishin Group” , ossia il “gruppo di soccorso Hinokishin”, sottolineando così lo spirito che anima all’iniziativa, che non è altro che l’azione altruistica di reciproco aiuto con la gioiosa gratitudine, epressa grazie ad un corpo sano.
Questo spirito permea qualsiasi tipo di attività sociale organizzata dal Tenrikyo e infatti tutte le sue attività si rifanno idealmente a questo motivo di pura gioia.

Fino a poco tempo fa, il gruppo era organizzato solamente in Giappone, dove ormai il Tenrikyo è fortemente radicato. Mentre per rispondere alle grandi calamità all’estero, abbiamo sempre fatto delle donazioni ad enti affidabili come la Croce Rossa e a volte abbiamo anche inviato del personale, sotto l’auspicio del “Network dell’Aiuto Reciproco Internazionale del Tenrikyo”.
Ma nel 2001 è stato ufficialmente organizzato il gruppo di soccorso Hinokishin di Taiwan. E’ importante ricordare che a giugno questo gruppo ha inviato parte del personale nel Nord del Giappone per poter partecipare alle attività di soccorso.
Noi speriamo che in futuro si possano fondare altri gruppi di soccorso anche nel resto del mondo.
La peculiarità del gruppo consiste nell’andare nelle zone colpite in modo completamente autosufficiente, ossia con i pasti di emergenza, abiti, tende per l’alloggio, tende per poter servire i pasti, utensili da cucina, camion e altre cose di primaria necessità, in modo da non essere di peso né per le persone colpite né per l’amministrazione locale.
Dal 1971 abbiamo inviato il gruppo di soccorso in ben oltre 100 occasioni. Mentre nel 1994,  nei 4 mesi successivi al grande terremoto di Hanshin-Awaji, che colpì le regioni di Osaka e Kobe, sono stati inviati oltre 20.000 membri nelle zone colpite.

Come abbiamo risposto a questo particolare disastro?
E quest’anno, il grandissimo terremoto dell’11 marzo ha colpito e scosso l’intera nazione. La notizia e le scioccanti immagini video mandate in onda dai media, ci hanno lasciato completamente basiti dall’orrore e dall’incredulità.

Se da una parte le squadre del Ministero della Difesa si sono mosse per il primissimo soccorso, d’altra veniva severamente proibito l’accesso nelle aree colpite ai gruppi di soccorso non governativi.
Mentre mettevamo su il quartier generale per i gruppi di soccorso e proseguivano le trattative con il governo, insieme allo Shinbashira, Zenji Nakayama, (n.d.t. capo del Tenrikyo) presso la sede centrale, abbiamo pregato per 3 giorni affinchè le zone colpite si potessero riprendere e per la protezione delle persone, vittime della catastrofe.

La forza della nostra fede sta nella preghiera e anche il nostro contributo nel sociale è in primis fondato e motivato sulla nostra preghiera a Dio.
Noi non possiamo cancellare ciò che è accaduto, ma possiamo cercare di ridurre le sofferenze patite dalle vittime attraverso la nostra sincerità, che spiritualmente parlando, prende la forma di “preghiera”.

Convinti della nostra fratellanza universale e dello spirito di aiuto reciproco, iniziarono le nostre attività di soccorso.
Iniziammo con l’inviare l’acqua potabile e i generi di prima necessità alle città che avevano subito maggiori danni delle tre Prefetture di Miyagi, Iwate e Fukushima.
Nelle città pià colpite vennero allestiti i centri di soccorso del Tenrikyo per la gestione delle emergenze e degli aiuti. Attraverso questi centri vennero coordinati i soccorsi per le città colpite delle 3 Prefetture.
I tipi di aiuti principali furono:
- rimozione di fango e di detriti
- demolizione di edifici già danneggiati
- preparazione e distribuzione dei pasti caldi
- invio di psicologi e psicoterapeuti per dare un aiuto psicologico
- organizzazione di workshop per portare conforto e svago agli sfollati
- organizzazione di giochi per i bambini degli asili e delle materne
- e su richiesta di una prefettura, lo smistamento di tutti gli aiuti arrivati per inviarli in modo più razionale.

Durante questi 4 mesi oltre 20.000 fedeli e membri dei gruppi di soccorso hanno preso parte ai soccorsi.

E’ stata un’attività di soccorso in cui tutto il Tenrikyo si è mobilitato. E ovviamente il fiore all’occhiello di questi soccorsi è stato il gruppo di soccorso Hinokishin. Tuttavia questo gruppo non è solamente un mero gruppo volontario di soccorso. Come ho già detto precedentemente, il gruppo è motivato dal sincero spirito religioso, basato sul concetto che “siamo tutti fratelli e sorelle” e dell’ “aiuto reciproco”.

Passare dalle attività di soccorso a un aiuto a lungo termine
Mentre proseguivano le varie attività di soccorso, presso la sede centrale abbiamo deciso di chiudere il quartier generale delle operazioni di soccorso da una parte, per creare invece un Comitato per il Recupero Post-catastrofe per focalizzare la nostra attenzione su un tipo di aiuto a lungo termine.

Il primo passo è stato quello di fare una donazione a ciascuna delle 3 Prefetture colpite, ossia di Iwate, Miyagi e Fukushima come fondo per aiutare le attività di ripristino locali.
Anche se le attività di soccorso si sono concluse ufficialmente a luglio, vogliamo continuare ad aiutare le zone colpite attraverso le nostre chiese locali, perché siamo convinti che l’aiuto che diamo è una delle linfe vitali delle religioni.

Ad ognuno di noi fedeli del Tenrikyo è stato dato il compito di rendere proficuo l’aiuto che stiamo dando, in modo che l’insegnamento della Vita di Gioia e gli aiuti, silenziosi ma efficaci volti ai nostri fratelli e sorelle, siano condivisi e promossi da un più vasto numero di persone.11

Da qualche anno a questa parte, nel Tenrikyo stiamo promuovendo le 3 principali qualità per poter arrivare alla vera Vita di Gioia. Queste 3 qualità sono “la gratitudine, la moderazione e l’aiuto reciproco”. 12
Innanzitutto dobbiamo essere grati per quello che abbiamo a nostra disposizione, considerandoli come una provvidenza di Dio, a partire dal nostro corpo datoci in prestito, utilizzandolo nel miglior modo possibile; utilizzare in modo moderato e sostenibile tutti i doni di Dio e dare un aiuto sincero a tutti nello spirito di una fratellanza universale.

Vorrei concludere il mio discorso lasciandovi con il nostro sincero desiderio di continuare il nostro impegno anche negli anni a venire, sia individuale che collettivo, per la salvezza di tutti coloro che sono stati colpiti come fedeli convinti della fratellanza universale e promuovendo queste 3 qualità della mente.

Grazie per la vostra attenzione.



Messaggio
di Papa  Benedetto XVI


Incontro di dialogo tra le religioni, Monaco di Baviera 2011


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