Roma | 5 Febrer 2015 |
Antonio Mattone (Comunità di Sant'Egidio): Non tutti arrivano ai centri di ascolto, non lo conosciamo |
«C'è una fetta di povertà che non è neanche censita, cerchiamo il suo nome» |
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NAPOLI. «Stiamo cercando di capire chi sia l'uomo morto in Galleria, forse è un rumeno ma ancora non abbiamo certezza». Nelle parole di Antonio Mattone della Comunità di Sant'Egidio, tanta tristezza per l'ennesima morte in strada. La Comunità di Sant'Egidio si occupa di distribuire pasti caldi e coperte a chi vive in strada, gli operatori conoscono quasi tutti, ma di quest'uomo non hanno grande conoscenza neppure loro.
«Questo freddo è tremendo - prosegue Mattone - e tutte queste persone vengono travolte dal gelo, dalla malattia, dall'insieme delle cose. C'è da considerare, poi, che i senza fissa dimora non arrivano neanche ai centri d'Ascolto, c'è una fetta di povertà che non è nemmeno censita. Si tratta di persone difficili e problematiche che non è semplice aiutare, ma non per questo vanno abbandonate. Non possiamo rassegnarci all'idea che queste persone muoiano per strada. Il 15 febbraio faremo la liturgia per tutte le persone morte in strada, che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo avuto un rapporto affettuoso a partire da Elisa Cariota».
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