Parole e profumi che si mescolano nello stesso salone, lingue e ricette diverse intorno alla stessa tavola durante un «pranzo senza frontiere» organizzato a Novara dalla Comunità di Sant'Egidio. Ieri nel comitato di quartiere di Sant'Agabio, il pranzo che ha chiuso i corsi di italiano per i migranti organizzati dalla Comunità ha avuto ospiti particolari, gli anziani novaresi che hanno aderito al progetto di contrasto alla solitudine.
«Quando abbiamo proposto ai nostri studenti l'idea di cucinare per gli anziani sono stati entusiasti, e gli anziani hanno accolto l'iniziativa con piacere, hanno assaggiato tutto, applaudito a tutto, un segno di grande rispetto nei confronti delle ragazze che hanno cucinato ore per loro» racconta Cristina Ticozzi della Comunità di S.Egidio.
Piatti italiani e stranieri, pasta al forno e cous cous, torte moldave, ricette bengalesi per 70 persone, anziani, migranti, famiglie.
A Mamadou, migrante diciottenne originario della Guinea, il compito di formulare i saluti iniziali. Per lui Novara è stata un nuovo punto di partenza: qui ha ritrovato Omar, coetaneo e originario come lui della Guinea. Hanno attraversato il mare insieme, tra la Libia e Lampedusa, si sono persi e ritrovati proprio a Novara. «Questo pranzo è stato un primo passo verso la conoscenza reciproca - spiega l'insegnante -, è l'inizio di un bel percorso».
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