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13 Novembre 2012

Benedetto XVI tra gli anziani ospiti della casa famiglia della comunità di Sant'Egidio a Roma

Come un libro aperto sulla vita

La longevità è una benedizione di. Dio da non sacrificare alla logica dell'efficienza

 
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«È bello essere anziani!». È il "messaggio" di Benedetto xvi lasciato questa mattina, lunedì 12 novembre, tra le mura della casa famiglia della comunità di Sant'Egidio, a Roma, ma idealmente rivolto a tutti gli anziani del inondo, in occasione dell'anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le nazioni. In una società dominata dalla logica dell'efficienza e del profitto, ha detto il Papa, non si riconosce più il valore delle persone anziane nelle quali invece le giovani generazioni possono trovare preziose indicazioni per il cammino della vita. 

Cari fratelli e care sorelle, in questa casa-famiglia della Comunità di Sant'Egidio dedicata agli anziani. Ringrazio il vostro Presidente, Prof. Marco Impagliazzo, per le calorose parole che mi ha rivolto. Con lui, saluto il Prof. Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità. Ringrazio della loro presenza il Vescovo ausiliare del Centro storico, Mons. Matteo Zuppi, il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Mons. Vincenzo Paglia, e tutti gli amici della Comunità di Sant'Egidio. Vengo tra di voi come Vescovo di Roma, ma anche come anziano in visita ai suoi coetanei. Superfluo dire che conosco bene le difficoltà, i problemi e i limiti di questa età, e so che queste difficoltà, per molti, sono aggravate dalla crisi economica. Talvolta, a una certa età, capita di volgersi al passato, rimpiangendo quando si era giovani, si godeva di energie fresche, si facevano progetti per il futuro. Così lo sguardo, a volte, si vela di tristezza, considerando questa fase della vita come il tempo del tramonto.

Questa mattina, rivolgendomi idealmente a tutti gli anziani, pur nella consapevolezza delle difficoltà che la nostra età comporta, vorrei dirvi con profonda convinzione: è bello essere anziani! In ogni età bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene. Non bisogna mai farsi imprigionare dalla  tristezza! Abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga.

Vivere è bello anche alla nostra età, nonostante qualche "acciacco" e qualche limitazione. Nel nostro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, e non la tristezza. Nella Bibbia, la longevità è considerata una benedizione dì Dio; oggi questa benedizione si è diffusa e deve essere vista come un dono da apprezzare e valorizzare. Eppure spesso la società, dominata dalla logica dell'efficienza e del profitto, non lo accoglie come tale; anzi, spesso lo respinge, considerando gli anziani come non produttivi, inutili. Tante volte si sente la sofferenza di chi è emarginato, vive lontano dalla propria casa o è nella solitudine. Penso che si dovrebbe operare con maggiore impegno, iniziando dalle famiglie e dalle istituzioni pubbliche, per fare in modo che gli anziani possano rimanere nelle proprie case. La sapienza di vita di cui siamo portatori è una grande ricchezza. La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune. Chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita!

Chi accoglie gli anziani accoglie la vita! La Comunità di  Sant'Egidio, fin dal suo inizio, ha sorretto il camini - no di tanti anziani, aiutandoli a restare nei loro ambienti di vita, aprendo varie case famiglia a Roma e nel mondo. Mediante la solidarietà tra giovani e anziani, ha aiutato a far comprendere come la Chiesa sia effettivamente famiglia di tutte le generazioni, in cui ognuno deve sentirsi "a casa" e dove non regna la logica del profitto e dell'avere, ma quella della gratuità e dell'amore. Quando la vita diventa fragile, negli anni della vecchiaia, non perde mai il suo valore e la sua dignità: ognuno di noi, in qualunque tappa dell'esistenza, è voluto, amato da Dio, ognuno è importante e necessario (cfr. Omelia per l'inizio del Ministero petrino, 24aprile 2005).

L'odierna visita si colloca nell'anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. E proprio in questo contesto desidero ribadire che gli anziani sono un valore per la società, soprattutto per i giovani. Non ci può essere vera crescita umana ed educazione senza un contatto fecondo con gli anziani, perché la loro stessa esistenza è come un libro aperto nel quale le giovani generazioni possono trovare preziose indicazioni per il cammino della vita. Cari amici, alla nostra età facciamo spesso l'esperienza del bisogno dell'aiuto degli altri; e questo avviene anche per il Papa. Nel. Vangelo leggiamo che Gesù disse all'apostolo Pietro: «Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi» (Go 21, I8). Il Signore si riferiva al modo in cui l'Apostolo avrebbe testimoniato la sua fede fino al martirio, ma questa frase ci fa riflettere sul fatto che il bisogno di aiuto è una condizione dell'anziano. Vorrei invitarvi a vedere anche in questo un dono del Signore, perché è una grazia essere sostenuti e accompagnati, sentire l'affetto degli altri! Questo è importante in ogni fase della vita: nessuno uò vivere solo e senza aiuto; l'essere umano è relazionale. E in questa casa vedo, con piacere, che quanti aiutano e quanti sono aiutati formano un'unica famiglia, che ha come linfa vitale l'amore. Cari fratelli e sorelle anziani, talvolta  le giornate sembrano lunghe e vuote, con difficoltà, pochi impegni e incontri; non scoraggiatevi mai: voi siete una ricchezza per la società, anche nella sofferenza e nella malattia. E questa fase della vita è un dono anche per approfondire il rapporto con Dio.

L'esempio del Beato Papa Giovanni Paolo Ti è stato ed è tuttora illuminante per tutti. Non dimenticate che tra le risorse preziose che avete c'è quella essenziale della preghiera: diventate intercessori presso Dio, pregando con fede e con costanza. Pregate per la Chiesa, anche per me, per i bisogni del mondo, per i poveri, perché nel mondo non ci sia più violenza. La preghiera degli anziani può proteggere il mondo, aiutandolo forse in modo più incisivo che l'affannarsi di tanti. Vorrei affidare oggi alla vostra preghiera il bene della Chiesa e la pace nel mondo.

Il Papa vi ama e conta su tutti voi! Sentitevi amati da Dio e sappiate portare in questa nostra società, spesso così individualista ed efficientista, un raggio dell'amore di Dio. E Dio sarà sempre con voi e con quanti vi sostengono con il loro affetto e con il loro aiuto. Vi affido tutti alla materna intercessione della Vergine Maria, che accompagna sempre il nostro cammino con il suo amore materno, e volentieri imparto a ciascuno la mia Benedizione. Grazie a tutti voi!


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