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Novaraoggi

14 Novembre 2014

LA STORIA Si commuove: «Voglio dire grazie a tutti i miei maestri: siete la mia famiglia»

«Sogno di portare in Italia mia moglie»

Bassirou Samb viene dal Senegal: «A scuola ho imparato anche la lingua del dialogo». Di religione musulmana, ha 35 anni ed è qui da due anni e dieci mesi.

 
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Bassirou Samb viene dal Senegal, un paese che vuole descrivere così: «E' un piccolo paese del continente africano di circa 15 milioni di abitanti e diverse religioni. Ma, nonostante queste diversità di religioni e di gruppi religiosi, viviamo nella pace, nella tolleranza e, soprattutto, nella solidarietà».
L'introduzione (geografica) alla sua storia è doverosa dal momento che a Bassirou Samb preme lanciare questo messaggio: «Credo che in questo mondo dove siamo, al posto della guerra, dobbiamo fare la pace con tutti».
Bassirou Samb è di religione musulmana e in Italia da «due anni e dieci mesi, sono molto preciso su questo». Oggi uomo di 35 anni, Bassirou Samb ha lasciato sua moglie in Senegal e, a Novara, ha trovato un lavoro di portineria all'università.
Nel futuro di Bassirou Samb c'è «il sogno di poter portare a Novara anche mia moglie» mentre nel suo (recente) passato c'è l'incontro con la comunità di Sant'Egidio. «Ho studiato l'italiano - racconta - alla scuola della comunità di Sant'Egidio. La scuola è stata importantissima perché mi ha dato la chiave per entrare nella società; la lingua mi ha permesso di comunicare con gli altri, di fare amicizia, di lavorare, di muovermi nella città con certezza».
Non si è trattato di sole lezioni «scolastiche» come vuole sottolineare lui stesso: «A scuola ho imparato anche la lingua dell'amicizia, del dialogo. Nella classe, infatti, eravamo tante persone di paesi, gruppi etnici e culture diverse. Il nostro impegno è stato di imparare a conoscerci e a rispettarci».
La comunità di Sant'Egidio e la scuola italiana hanno dato tanto a Bassirou Samb al punto da spingerlo, insieme ad altri giovani, ad aderire e dare vita al movimento «Giovani per la pace» formato da persone di tante nazionalità diverse unite dal desiderio di pace, di dialogo con tutti e dalla solidarietà verso i più deboli.
«Mi ha colpito molto - evidenzia Bassirou Samb - la gratuità della scuola. Ho pensato di ricambiare questa accoglienza e questa gratuità. Insieme agli amici del movimento andiamo a trovare gli anziani ricoverati in istituto, facciamo delle feste con loro, anche con i detenuti, in modo particolare a Natale».
Le culture (senegalese e italiana) si mescolano nella persona di Bassirou Samb in alcune delle sue riflessioni: «Gli anziani sono una grande ricchezza per noi. In Africa diciamo che "quando muore un anziano è come se bruciasse una biblioteca».
Bassirou Samb si commuove quando «voglio dire grazie a tutti i miei maestri: siete la mia famiglia».

TESTIMONIANZA Alexandru ha lasciato la Romania nel 2012: «Ho trovato aiuto e amicizia»
«Qua nessuno prende in giro nessuno»
Alexandru ha lasciato la Romania nel settembre del 2012 ed è arrivato in Italia quando «mancavano solo tre giorni all'inizio della scuola». La sua è una storia che, all'inizio, ha assunto i toni di una «difficile integrazione» come spiega lo stesso Alexandru: «Ho iniziato a frequentare l'istituto tecnico Omar di Novara. All'inizio non mi trovavo bene perché i miei compagni mi prendevano in giro dal momento che non sapevo parlare la lingua italiana. Non conoscevo il significato delle parole, così i miei compagni mi insegnavano frasi sbagliate oppure modi sbagliati di parlare con i professori. Queste cose sono successe solo all'inizio. Poi, quando ho imparato a capire e parlare un po' meglio la lingua italiana, tutto è andato meglio».
Le difficoltà iniziali non hanno scoraggato il giovane Alexandru che, invece di abbattersi ha saputo reagire e «ho capito che era meglio cambiare scuola e sono passato a una scuola professionale dalla quale sono uscito con la media più alta della mia classe. Durante la scuola - prosegue - ho fatto uno stage di due mesi. Mi sono impegnato perché sapevo che avevo l'opportunità di un lavoro concreto». L'impegno e la dedizione di Alexandru sono state ripagate e, infatti, «il capo officina dove ho fatto lo stage - racconta orgoglioso - mi ha detto che potrò fare un tirocinio di cinque mesi e poi, mettendoci tanta buona volontà, mi prolungherà il contratto». Il sogno nel cassetto di Alexandru è quello di «imparare un mestiere e vivere in questa città perché Novara mi piace e qui mi trovo bene».
Molti dei suoi passi «italiani», Alexandru li ha percorsi insieme alla comunità di Sant'Egidio:«Mi sono trovato bene con loro. Qua nessuno prende in giro nessuno. Oggi posso dire grazie a questo aiuto che ho ricevuto, gratis, per amicizia». Alexandru ha superato l'esame dell'università per stranieri di Perugia.

 


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