Sabato 22 ottobre 2005 è stata una data importante per i ragazzi e i bambini di strada di Abidjan. Si è celebrato il secondo anniversario dell'incontro e della prima cena fatta insieme alla Comunità di Sant'Egidio nel quartiere di Marcory.
C'è grande attesa a Port Bouet, il quartiere vicino all'aeroporto. La sala della parrocchia di Sant'Anna è addobbata a festa. Sono stati invitati più di 100 tra ragazzi e bambini di strada. Saranno accompagnati dagli amici della comunità.
Non sono più bambini senza nome.
Ognuno di loro porta al collo il badge della Scuola della Pace della Comunità di Sant'Egidio. Per quasi tutti, è l'unico "documento" di riconoscimento e lo mostrano con orgoglio.
Il programma è ricco. Un discorso, le testimonianze della vita di strada, alcuni sketches, l'aperitivo con succo di frutta e pop-corn, un pranzo abbondante con riso e carne, una partita di pallone e ancora merenda finale e saluti. Arrivano tutti.
Dietro volti che oggi sorridono, si intravedono i segni di tante storie drammatiche, che hanno portato alla vita di strada: sono storie di abbandono e di violenza, di famiglie che per tanti motivi non ci sono più. Una grande povertà, una tragica miseria le accomuna. E la strada, con la durezza delle sue notti buie e violente, è diventata l'unico approdo di questi piccoli.
Alcuni hanno perso la vita, perché vivere in strada a volte è proprio come una condanna a morte: M. è stato investito da un taxi nel buio delle strade di Marcory, e P., che aveva solo 17 anni e aveva commesso un piccolo furto per mangiare, è stato ucciso da una folla inferocita. Giovani vittime della povertà, dell'abbandono, di una grande ingiustizia.
Dopo un anno di amicizia e di cura, però, ci sono anche storie diverse, che infondono in tutti coraggio e speranza. In tanti, nel momento del bisogno, hanno potuto afferrare, insieme al piatto di riso, una mano tesa, ed hanno trovato un sorriso e un amico che li ascoltava. A tavola, tra gli altri, oggi, c'è anche S., 16 anni, che è stato aiutato dalla Comunità di Abidjan a tornare in famiglia, e da qualche mese lavora con i parenti. E' irriconoscibile, perché cresciuto, ingrassato e ben vestito.
La festa di oggi non è solo una parentesi felice in una vita dura: fa parte di un progetto che prevede un impegno continuativo e guarda al futuro. La mensa itinerante per i ragazzi di strada proseguirà, con cadenza settimanale, in vari punti della città. Questa continuità della presenza della Comunità in strada, accanto a loro, è motivo di sperare che si possa scrivere un lieto fine per molte altre storie. |