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11 Novembre 2007

Mutare (Zimbabwe) - Una grave carestia affligge il paese: l'intervento umanitario della Comunità di Sant'Egidio è rivolto soprattutto ai bambini

 
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Lo Zimbabwe sta attraversando la peggiore crisi umanitaria dai tempi della sua piena indipendenza (1980, quando è caduto il regime razzista che praticava l'apartheid e che governava l'ex colonia britannica, allora denominata Rhodesia).

L’economia del paese è in una situazione disperata. Il dollaro dello Zimbabwe non ha praticamente alcun valore. Il tasso d’inflazione è il più alto del mondo, 7-8.000%. Le banconote non valgono la carta sulla quale sono stampate e non vengono accettate in nessuno dei paesi confinanti.

Ma i problemi non sono solo finanziari. La produzione agricola è in caduta verticale. Il paese, che è stato il secondo produttore mondiale di tabacco, che esportava prodotti agricoli in tutta la regione australe, che dava lavoro a decine di migliaia di immigrati dai paesi vicini, vede oggi i campi abbandonati ed improduttivi. Migliaia di zimbabwani cercano lavoro in Sudafrica, Malawi, Mozambico, mentre i negozi sono desolatamente vuoti: il pane, lo zucchero, la farina sono introvabili, la gente comincia a soffrire la fame. In maniera sempre più esplicita si comincia a parlare di carestia. E’ in Zimbabwe che si registra il più grave aumento della mortalità infantile al mondo e la malnutrizione cronica riguarda ormai un bambino su quattro.

Le radici della crisi odierna sono da ricercarsi in una vasta serie di cause: l'epidemia di HIV-AIDS, una sfortunata successione di eventi naturali (siccità e inondazioni), e le difficoltà sociali e politiche.

A pagare il prezzo più alto della crisi sono le fasce sociali maggiormente vulnerabili, primi fra tutti i bambini delle famiglie più povere e soprattutto i tantissimi - un quinto della popolazione infantile nazionale - resi orfani di uno o entrambi i genitori dall'AIDS.

E’ per questo che la Comunità di Sant’Egidio ha voluto sostenere le situazioni dei minori che conosce più da vicino: i bambini delle scuole della Pace della Comunità di Mutare, una cittadina nella parte orientale dello Zimbabwe, a non molti km dalla frontiera col Mozambico.

Con gli aiuti arrivati dalla Comunità di Sant'Egidio di Roma e con il supporto logistico delle Comunità del Malawi è stato possibile acquistare e portare nelle zone colpite dalla carestia mais, zucchero, biscotti, fusti d’olio.

Questo cibo è stato necessario ad assicurare una supplementazione  alimentare nelle due Scuole della Pace di Mutare, nei quartieri di Sakuva e Danganvura. Molti tra questi bambini sono orfani, e comunque tutti vivono in famiglie povere, che soffrono moltissimo la penuria alimentare.

Il coinvolgimento delle Comunità di Sant'Egidio del Malawi è tanto più significativo in quanto essi stessi, poco più di un anno fa, sono stati vittime di una grave carestia ed hanno ricevuto a loro volta aiuti. Potersi fare vicini a chi oggi soffre è un modo per vivere a pieno quel tratto della spiritualità di Sant'Egidio per cui “nessuno è così povero da non poter aiutare chi è più povero di lui”.

E’ la seconda volta in un paio di mesi che aiuti alimentari vengono distribuiti nelle scuole della Pace di Mutare. Molti si sono stupiti che tali distribuzioni fossero assolutamente gratuite (la borsa nera è uno dei drammi dello Zimbabwe di oggi).

Invece la Comunità intende proseguire in questo impegno di sostegno alimentare, anche in ottemperanza al diritto all’alimentazione sancito dall'articolo 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1966.


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