NAPOLI è la seconda città in Italia per presenza di rom e sinti ed è prima nel contrasto all'evasione scolastica dei piccoli rom. Sono 4.500 le persone presenti tra la città e l'hinterland ( al primo posto c'è Roma con poco più di 11 mila rom), secondo i dati presentati ieri dalla Comunità di Sant'Egidio a Napoli, nella chiesa di San Pietro Martire. Una comunità enorme, quella dei rom, costretta a sistemazioni provvisorie e molto spesso degradate. Solo mille di loro vivono in campi autorizzati, gli altri 3.500 sono ospitati da campi spontanei e abitazioni.
Grazie all'attività instancabile dei volontari della comunità di Sant'Egidio,Napoli porta a casa un ottimo risultato per l'istruzione dei più giovani. Su 200 bambini, inseriti in un progetto di accompagnamento per l'inserimento scolastico in Italia, solo a Napoli 125 ragazzi rom frequentano regolarmente la scuola, circa il 75 per cento dei borsisti nazionali. Non solo, almeno il 60 per cento ( in tutta Italia) ha ottenuto una media tra il 7 e 1'8. Un vero record per una città che solo qualche settimana fa mostrava il suo lato peggiore con l'incendio del campo in via del Riposo a Poggioreale. Più di 100 famiglie rom "napoletane" hanno accettato di firmare un contratto che vincola il bambino a non assentarsi dai banchi di scuola più di 3 volte al mese.
In cambio dell'impegno, la famiglia riceve dai 50 ai 100 euro al mese come borsa di studio, finanziata qui a Napoli dalle banche e da singoli benefattori. «È per questo che abbiamo scelto Napoli, per la forte presenza di rom - afferma Daniela Pompei, responsabile nazionale immigrazione Sant'Egidio - ma anche per i grandi risultati ottenuti sul campo. Il popolo rom è giovanissimo, il 35 per cento ha meno di 15 anni». Il successo è ancora più evidente, considerando il tasso bassissimo di frequenza scolastica dei piccoli rom, in ambito nazionale. Solo 107 rom in Italia arrivano a frequentare la scuola superiore di secondo grado. Invece, come spiegano i volontari dell'associazione, in parecchi ce l'hanno fatta proprio a Napoli. Come Renato e Daniela, 13 e 14 anni, vivono nel campo di Cupa Perillo a Scampia, e frequentano la terza media con successo. «Vogliamo dare buone notizie - spiega Antonio Mattone, portavoce della comunità - possiamo essere una città molto accogliente».
Tiziana Cozzi