È la più grande minoranza dei paesi dell'Unione Europea, con i suoi circa sette milioni di persone. In pratica l'1,20% della popolazione europea e l'unica etnia a non avere uno Stato di appartenenza. Lo dice il lavoro svolto dalle associazioni come la Comunità di sant'Egidio, che ha presentato un'analisi su «Rom e Sinti in Italia: guardare al domani con la speranza», alla vigilia della Giornata internazionale dei rom che ricorre oggi. «Vogliamo illustrare il nostro impegno a favore dei rom soprattutto su salute e istruzione - ha sottolineato Antonio Mattone, responsabile della comunità di sant'Egidio Napoli - ricordando gli episodi accaduti nel 2008 a Ponticelli, ma anche quellipiù recenti accaduti nel campo di via del Riposo, sgomberato poche settimane fa. Intendiamo presentare le buone pratiche per l'integrazionee l'inclusione su tutto il territorio nazionale». A emergere su tutti è un dato: in Italia i rom sono il 37,5% e hanno meno di 15 anni.
«Sono un popolo giovane quindi, composto soprattutto di minori», ha rimarcato Daniela Pompei, responsabile della comunità a livello nazionale. Di questi oltre l'80% sono stabili e non nomadi. Ma qual è la loro collocazione a Napoli e in Campania? Nel capoluogo partenopeo e nel suo hinterland sono circa 4.500 i rom, di cui 1.000 vivono in campi attrezzati e 3.500 in insediamenti spontanei. Di questi 125 minori usufruiscono a Napoli delle borse di studio finanziate da privati (banche, Fondazioni e singoli cittadini) contro la dispersione scolastica e l'accattonaggio: oltre il 60% di questi bambini ha riportato nell'ultimo anno una votazione mediatra il 7 e l'8. «Dati che fanno riflettere sull'importanza dell'integrazione che favorisce anche il coinvolgimento delle famiglie dei piccoli rom», aggiunge Pompei. In Campania inoltre, sono 500 gli alunni rom che portano a compimento il percorso formativo- scolastico (88 scuola dell'infanzia, 234 primaria, 176 secondaria di I grado e 2 secondaria di II grado).
Per quanto riguarda lo status giuridico «una parte di loro non ha paesi di riferimento - fa notare Paolo Ciani - e di conseguenza vive in una sorta di "limbo" giuridico che gli impedisce di avere documenti. Sono circa 130.000 i rom presenti in Italia, ossia lo 0,23% della popolazione italiana. Di questi circa 70.000 sono cittadini italiani di antico insediamento, altri 70.000 provengono dalla ex Jugoslavia, dalla Romania e dalla Bulgaria». Nell'ambito del diritto alla salute un ruolo fondamentale lo ha l'ambulatorio sanitario di Ponticelli, come spiega il referente Salvatore Esposito: «Lo abbiamo avviato nel 2008 nella parrocchia dei SS. Pietro e Paolo. Vi svolgiamo 100 visite al mese in collaborazione con l'associazione Piano Terra e le prestazioni di medici specialisti a titolo gratuito, che curano in particolare l'80% di bambini di etnia rom avviati al ciclo vaccinale e sottoposti agli esami pre-vaccinali». «Quel che chiediamo - conclude Mattone - è evitare lo spostamento dei campi da un posto all'altro della città, perché significa solo spostare il problema e, soprattutto, creare un trauma nei piccoli». Niente più baracche, ma rom integrati nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle case è l'appello di Stefano Pasta, di Sant'Egidio Milano.
Giuliana Covella