ISOLA e bussola per chi cerca un approdo, per chi ha fatto naufragio, Lampedusa, "estremo lembo d`Italia", come recitano alcune targhe, e porta d`Europa nei giorni scorsi ha accolto con la sua umanità cortese e curiosa i 150 tra studenti e docenti delle scuole superiori di Pisa (Dini e Buonarroti) e Pontedera (dall`itis Marconi e dall`Itcg Fermi), Firenze, Borgo San Lorenzo e Pontassieve, di Lucca, Livorno e ancora di Arezzo, Massa Marittima, accompagnati dalla Comunità di Sant`Egidio per quella che è stata più che una visita. Negli incontri con il sindaco Giusi Nicolini, con Franco, falegname che dai barconi ricava croci di speranza, con Lillo che ha avuto in affidamento il sedicenne senegalese Seidou («un dono dall`alto che ha reso la vita meravigliosa: questi ragazzi non chiedono nulla se non di essere accolti come figli»), è maturata la consapevole possibilità di essere ciascuno parte della soluzione al problema dell`immigrazione, di «non subire impotenti il mondo così com`è - spiega Dinni Rolfo per Sant`Egidio -, ma desiderare di cambiarlo a partire da noi», come fanno i lampedusani; come fa don Mimmo Zambito, parroco dell`isola, che ha ricordato il senso della visita di Papa Francesco "sui cui passi vi muovete anche voi". Con una motovedetta della Guardia Costiera una delegazione di dieci ragazzi ha portato una corona in mare, per ricordare tutte le vittime, come quelle che fecero naufragio nell`ottobre scorso. Alla `Porta d`Europa` di Mimmo Paladino, l`incontro com Adam, giovane ghanese che è scampato alla furia del mare e delle incognite del viaggio e che ha raccontato la sua storia ai 150. Consegnate al sindaco le firme raccolte per un appello a favore di ulteriori passi di responsabilità per nuovi piani d`accoglienza da parte dei politici e da parte di tutti per un`attitudine intelligente e umana che disegna le rotte dei giorni che verranno.
Isola e bussola, Lampedusa lancia il messaggio di un orientamento sicuro. E forse dopo la nuova tragedia, si possono adottare altri sentimenti e disegni piuttosto che parlare di invasione.
MICHELE BRANCALE
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